domenica 18 marzo 2012

UNA SIGARETTA ACCESA - EPISODIO N. 10 -


In salotto, due bicchieri pieni di un ottimo Martini rosso se ne stavano sul piccolo tavolino di fronte al divano. Erano accompagnati da una ciotolina trasparente ricolma di olive e un’altra piena zeppa di patatine che attirarono Veronica all’istante, molto più, a dire il vero, del sorriso di Michele che, nel frattempo, si era già seduto ad aspettarla. Veronica approfittò ampiamente di quello che le era stato offerto, non ricordandosi assolutamente, data l’ora e la stanchezza che la stava afferrando, che se beveva qualcosa di alcolico senza mangiarci dietro a sufficienza, avrebbe corso il rischio di ubriacarsi. Cosa che, ahimé, successe immancabilmente nel giro di un’oretta o giù di lì. Dapprima cominciò a straparlare e a ridere per ogni stupidaggine e, finché durò questo stato, la faccenda poteva anche essere divertente pure per Michele, visto che stava inseguendo la teoria di assecondarla in ogni piega del suo fare. Poi, d’improvviso, lei gli chiese di poter dare un’occhiata a una innumerevole serie di DVD che erano rigidamente piazzati in due torrette ai lati della tv. Ne scelse uno. Era un film storico, con Alberto Sordi, ‘Il Marchese del Grillo’. Veronica ricordò di averlo visto anni prima, sapeva che era divertente e chiese a Michele se lo potevano guardare assieme. Se qualcuno avesse potuto entrare nella testa di Michele probabilmente avrebbe visto accendersi una sorta di miccia: finalmente c’era l’occasione per starsene vicino a quella donna fantastica senza rotture di scatole intorno e..sarebbe stato facile che potesse succedere quello che desiderava già da un bel po’. Acconsentì immediatamente.

Michele accese quindi la tv, inserì il DVD e, per un buon quarto d’ora, i due commentarono le immagini che scorrevano davanti ai loro occhi. Nel frattempo, Veronica si era accoccolata accanto a Michele e, sebbene ogni tanto ridacchiasse sguaiatamente per via del Martini, per lui stava diventando sempre più affascinante tanto che, a poco a poco, proprio mentre sembrava che lei, presa dal film quasi non se ne accorgesse, le mani di lui cominciarono ad accarezzarla con dolcezza.

Nonostante  sembrasse non del tutto in sé, Veronica era invece perfettamente conscia di quanto stava succedendo, solo che lo lasciava fare. All’improvviso però Michele si accorse che Veronica era come crollata e non aveva più nemmeno gli occhi aperti. Con suo enorme disappunto dovette constatare che era piombata in un sonno profondo. Si maledì ampiamente per non essere andato avanti a sufficienza con le sue avances quando era il momento opportuno ma ora non se la sentiva di disturbarla. La conosceva ancora troppo poco e temeva una sua reazione non tanto felice se avesse continuato e lei magari si fosse svegliata in siffatta situazione. Si alzò dal divano, la coprì con un plaid e andò in cucina a farsi un panino e una birra.

Dopo un paio d’ore Veronica si svegliò all’improvviso. Ebbe qualche attimo di smarrimento, non riconoscendo all’istante l’ambiente nel quale si trovava. Poi ricordò. Si alzò immediatamente, rimettendo in ordine i cuscini e il plaid che Michele le aveva poggiato sopra perché non prendesse freddo e, seguendo il rumore di una tv accesa, lo trovò in cucina, mentre, con le braccia conserte, se ne stava seduto a guardare un vecchio filmettino anni ’70 con la Fenech.

“Oh, scusami Michele, ho fatto una figuraccia! Ma…da quando ho cominciato a dormire?”

“Adesso sono le undici passate. Più o meno credo che tu ti sia addormentata verso le nove e mezza!”

“Accidenti, mi spiace, ma si vede che ero proprio stanca e poi, si, tu non lo sai, ma il Martini mi ammazza. Dovrei mangiarci dietro come minimo un bel piatto di pasta: le olivette e le chips non mi sono bastate….scusami ancora ho fatto una brutta figura!”

“No, no, non preoccuparti!” il suo sorriso era alquanto labile.

“Si comunque, ora scappo a casa: ho assolutamente bisogno di dormire. Domani c’è il lavoro e poi l’esame la sera….accidenti..speriamo di farcela!”

“E perché no? Secondo me andrà tutto benissimo, non preoccuparti!”

Così dicendo Michele si alzò e la seguì mentre Veronica era andata a riprendersi  libri, impermeabile e borsetta.

Sulla porta, mentre stava uscendo, le schioccò un piccolo bacio sulla guancia, sempre tenendo le braccia conserte, come se avesse freddo, anche se in realtà probabilmente il suo era solo l’esternazione di un pungente senso di risentimento per via di quello che era accaduto, o meglio, che non era accaduto, solo poche ore prima.

Veronica lo salutò con un lieve sorriso e sparì giù per le scale con passo svelto e leggero.  Appena fuori dal portone la accolse il vento che l’aveva accompagnata lì nel pomeriggio e che l’aveva sfiorata anche quando era rimasta pericolosamente immersa nei suoi strani pensieri sul terrazzo di Michele. Questa volta ebbe una percezione netta, pulita: il vento, quel vento, le sembrava una carezza. La sua macchina non era parcheggiata distante e questa medesima sensazione la accompagnò piacevolmente per tutto il breve tragitto che le servì per arrivarci. Prima di entrare in macchina girò le spalle al vento e si accese una sigaretta. Aprì la portiera e gettò la borsetta e i libri, con gran poca attenzione, sul sedile accanto alla guida. Richiuse la portiera e vi si appoggiò, giusto il tempo necessario per finire la sigaretta ed evitare di riempire di fumo l’abitacolo. In quegli istanti non riusciva a pensare a niente e Dio solo sa quanto le faceva bene, almeno ogni tanto, riuscire a non pensare a niente. Gettò via il mozzicone e, mentre entrava in macchina, una nuova folata di vento le sollevò i capelli: si sentì più leggera, quasi distaccata dal mondo …

Rientrata a casa si rese conto di avere un buco allo stomaco. Aprì il frigo e ne tirò fuori un tramezzino e uno yogurth. Dopo, nonostante il sonno, ebbe comunque la pazienza di sbucciarsi una mela: era dolcissima, sapeva quasi di rosa. Andò a letto senza pensare a niente né a nessuno: aveva solo voglia di dormire.

12 commenti:

  1. Sicuramente l'alcool è una, medicina, anche se cattiva, per chi si trova in condizioni particolari. Resta da capire se Veronica sta usando tutto ciò che la circonda, compreso il nuovo amico Michele, per dei fini che nemmeno lei riesce a comprendere bene. Lei sa che il Martini può ubriacarla ma lo beve lo stesso: perché? Vuole cedere alle tentazioni di Michele in una condizione di sottomissione? Oppure vuole solo ubriacarsi per poi giustificare la dormita sul divano irritando l'amico? Il vento le accarezza la pelle, dandole una piacevole sensazione che la porterà a non pensare a niente, solo a dormire e dimenticare, per quanto ancora?

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  2. Non soffermarti solo su di lei, caro Checcus...ci sono altri due personaggi in questo brano:-))))

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  3. Se ti riferisci ai personaggi dei due film menzionati, anzi ai due protagonisti, si potrebbe dedurne che a Veronica interessa più il film storico-umano di Alberto Sordi, mentre a Michele quello della commedia lasciva, interpretata dalla Fenech negli anni settanta appunto. Dai risalto a una sostanziale differenza di vedute e di comportamento. L'uomo cerca solo una cosa, la donna, Veronica nella fattispecie, viste le sue peripezie, cerca qualcosa di più serio, umano forse. Ma si fatica a capire le sue intenzioni perché è sempre incerta sul da farsi. A meno che la scrittrice, con sapiente regia, non voglia tenere ancora qualche parte nascosta, per il gran finale. Siamo tutti in attesa.

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  4. No Checcus Music-man...i tre personaggi sono Veronica, Michele e.....il vento. Veronica non é incerta, si sta solo facendo guidare dal suo cuore. Se leggi tra le righe riesci anche a capire come andrà a finire.
    P.S.: quella linguaccia che usi nell'avataer da musico era in un bar della spiaggia tanti anni fa, una paninoteca, si chiamava 'Mangiamitutto'...ehehehh:-)

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  5. Vediamo se ci arrivo anche perché è mattino presto e sono ancora un po' assonnato. Vuoi forse dire che il vento ha spazzato via i ricordi? E che la piacevole sensazione non è altro che il sonno (secondo personaggio) che cancella tutto e ti fa risvegliare a una nuova vita? Sicuramente una teoria interessante, visto che l'ultima cosa che ha mangiato, anzi si è imposta di mangiare prima di addormentarsi, è, guarda caso, una mela dolcissima, presagio di future dolcezze da assaporare in una nuova vita. Secondo me però, tu la storia non la fai finire qui e, comunque, sono curioso. Dimmi se ho azzeccato l'interpretazione, altrimenti vuol dire che sto diventando vecchio.

    La linguaccia di avatar di cui fai cenno, non è altro che la copertina di un vecchio 33 giri dei Rolling Stones, da loro poi usata come logo in tante altre occasioni.

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  6. Hahah..vedi la mia ignoranza musicale? Per me la linguaccia era solo la banale insegna di una paninoteca..per fortuna che non mi ha sentita il mio amico S.Alessandrini!
    Il VENTO (ma l'ho capito dopo che l'avevo scritto) é aria, cioé può essere inteso anche come 'spirito'...é il ricordo di Lorenzo che continua ad accarezzarla e a farla sentire bene. Il sonno (e la fame) le vengono, naturalmente/automaticamente, quando riesce a ritrovare contatto con questa entità che le riempie il cuore e la rappacifica con la vita...

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    1. Menomale che lo hai scritto, Annalisa, perché io lo avevo pensato. O meglio. Sentito.
      E te lo avrei detto.

      Il vento per me sarebbe stata la carezza pura, sincera e protettiva dell'uomo che ho amato, dell'uomo che ancora sento vicino. Che ancora Vorrei, vicino.
      Dell'unico uomo che per me avrebbe un senso, fin qui.
      L'unico uomo a cui non riesco a rinunciare, perché non se n'è mai andato.
      Nel profondo della mia essenza, dei miei ricordi.

      In questo senso, lei, sotto la carezza di quel vento, non pensa a niente perché LEI è l'unica cosa che le è rimasta di LUI...
      Poiché LUI è racchiuso profondamente dentro lei,
      e lei non ha intenzione di lasciarlo andare, per ora.
      Anche inconsciamente.

      Aspetterò il prossimo episodio.
      Ciao,
      Annie Lisa

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    2. Certo Annie Lisa (ma guarda caso, abbiamo anche il nome simile!) é proprio così come dici tu, evidentemente tu e Veroniica avete vissuto/state vivendo una situazione simile. Quando l'Amore é quello profondo, tosto, non ce la fa a morire nemmeno se colui che l'ha fatto nascere non c'é più....e oltre non posso dire alrimenti svelerei troppo del seguito. Ti aspetto per i prossimi episodi, credo saranno solo due. Ti lascio un sentito abbraccio che spero lenisca il tuo soffrire...

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  7. Quindi la spiegazione che ho azzardato, è giusta. Non vede più il ricordo come dramma ma lo percepisce come una tenerezza ormai passata che finalmente è riuscita a mettere in disparte per vivere una nuova vita. Il cibo è solo il lato fisiologico di una storia che sta ormai dimenticando e che sicuramente andrà avanti d'ora in poi in modo molto più positivo.

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  8. Haahahhhaha......mmmmhhhh....ehhhhhhh:-)))))

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  9. Ho capito, dai commenti ho fatto centro. Ciao scoiattolina.

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  10. Come dicono i francesi...'presque'....come dicevano i bambini 'fuochino'...

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