venerdì 2 dicembre 2011

IN THE JUNGLE

"Dove sono gli altri?"
"Gli altri chi?"
"Quelli che dovevano venire!"
"Mi era stato detto di andare in via Y ma quando sono stata lì mi hanno detto che dovevo venire in via X. Non ho visto nessuno e, per  arrivare  il prima possibile, mi sono infilata in macchina e sono corsa qui!"
Per chi non si intendesse di matematica, come me, specifico che X e Y sono due punti agli estremi della cittadina dove abito.
Questo é stato il breve dialogo intercorso tra la coordinatrice delle insegnanti e me medesima esattamente due giorni fa.
Premetto che si trattava di un consiglio di classe, esattamente di una quinta superiore.
Visto che alla riunione precedente eravamo in tre genitori (sul parentado di 18 alunni) e bisognava eleggerne due e visto che una signora ha detto "Io no perché abito troppo lontano!", siamo rimasti io e un altro signore. Non c'era molto da scegliere...
Dunque, l'altro giorno, per l'appunto, dopo aver ricevuto un avviso verbale da mia figlia, mi appresto ad andare alla riunione e, all'inizio é andata così come vi ho detto. .
Poi sono arrivati, alla spicciolata, l'altro mio momentaneo collega/genitore/rappresentante di classe nonché le due ragazze che a loro volta venivano a nome degli alunni.
Non voglio farla lunga, perché tutto sommato l'episodio sarebbe anche noiosetto. Però mi piace stare qui a dipingere una certa situazione che si é andata a creare e che mi ha fatto pensare, per l'appunto, a una giungla.
Intanto, dei circa dieci insegnanti presenti, tre se ne sono andati prima che la riunione (durata una mezzoretta) finisse (!?!).
I primi dieci minuti sono passati nel tentativo (scarso) di comunicare che gli inviti erano stati mandati (quando in realtà nessuno aveva ricevuto nulla). Poi, tre minuti a parlare di voti bassi, scarso impegno, troppe assenze.  Quindi, parte un giovin professore ribadendo, con tono austero, che lui di più non può fare, che chi non verrà alle ore di stage dovr portare il certificato e bla bla...Interviene una delle ragazze (l'altra é stata rigorosamente zitta fino alla fine quando ha timidamente esposto l'argomento gita..tempo di attenzione altrui:30 secondo scarsi). La ragazza parlante ribadisce che a uno stage precedente loro, le ragazze, hanno dovuto stare tutto il tempo in piedi (con i tacchi) per 12 ore e perciò chiede se si possono arginare i tempi.
"Ma siete voi che siete venute in questa scuola qui per fare proprio questo tipo di lavoro e poi vi lamentate?" (Era l'insegnante che aveva chiesto a me 'dov'erano gli altri')
Il giovin professore nel frattempo, continua a tergiversare.
Un'altra insegnante, con l'evidente scopo di toglierlo dall'imbarazzo, chiede "Ma quando é stato? Dovevate dircelo!"
Insomma, dopo aver sentito certe assurdità, ho tentato di mantenere la calma e ho detto che non si può pretendere che dei ragazzi si lamentino per un lavoro di 12 ore di fila. Lo farebbe chiunque. Se gli si va anche a dare contro, forse gli si instilla una brutta opinione del lavoro (lasciamo che se la costruiscano da soli, semmai, strada facendo...). Non esiste un referente? Non esistono delle regole? I ragazzi si devono sentire tutelati. Bisogna fare squadra. Se un insegnante pretende, deve prima dare.
Insomma, per carità. Io ho insegnato solo 20 giorni a pochi mesi dalla laurea, per cui ero anche molto giovane, poi nella mia vita ho fatto tuttaltro, ma nel frattempo sono invecchiata, per cui certe cose mi sono apparse  molto chiare. 
Mi pareva che nessuno avesse il coraggio di esporsi, né, soprattutto, che ci fosse una vera volontà di risolvere i problemi. Un tipico rimpallo..very politically correct..mi si dirà. Ma in questo modo, che giovani alleviamo???
Alla fine della mezzoretta si é fermata con noi due genitori e con le due ragazze solo una degli insegnanti. Guarda caso..la più umile, quella di ginnastica, quella che di solito nessuno va a trovare (nemmeno io a dire il vero, ma solo perché mia figlia ha un nove, per cui non vado lì per sentirmi sbrodolare complimenti...mi sentirei cafona) che però a mio avviso ha detto delle cose giustissime in quanto a etica professionale: in primis, che l'insegnante deve per primo tutelare e rispettare i ragazzi.
Mah! E' così difficile arrivare a cotanta argomentazione?
Ah, aggiungo...un altro curioso personaggio che se ne stava alla mia destra, e che poi ho scoperto fosse un coltissimo professore di xyz, non faceva che approvare in modo teatrale, divertente addirittura da quanto era enfatico, tutti i proponimenti che venivano fatti, sia che fossero a pro che contro un certo punto di vista....(!?!)
Mi sento tanto quel bestione a scaglie di Striscia la notizia, quello che fa le classifiche delle bestialità...e con questo chiudo:-))) Ogni tanto bisogna pur ridere... 

2 commenti:

  1. ahahahah... sei fantastica...
    mentre leggevo ricordavo la tua voce, mentre me lo raccontavi...

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  2. Già, evidentemente per me tra parola scritta e parlata non c'é una gran differenza:-) Un carissimo saluto Antonellina. Arrivato il plico?

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