sabato 18 febbraio 2012

PIANTA DA PIANEROTTOLO

Quando mi portarono a casa ero giovane, forte, sana, bellissima e intensamente verde con tutte quelle mie foglie lucide. Era stato per quello che il mio padrone mi aveva scelta. C'era poco da fare, lo posso ben capire; io spiccavo in mezzo alle altre. Avevo qualcosa di speciale e lui lo notò. Pagò volentieri quello che il fiorista gli chiese per potermi avere con sé e fare di me un gradito regalo per la sua giovane sposa. 
Devo dire che mi notarono già all'entrata del condominio. Il portinaio si preoccupò che non mi si facesse del male mentre mi portavano su, al terzo piano. Una signora che scendeva le scale e che dovette accostarsi al muro mentre mi facevano salire, mi disse "Che bella pianta, chissà chi l'ha comperata!" Mi sentivo orgogliosa e ne avevo tutti i motivi. Giunta finalmente davanti alla porta di casa del mio padrone, feci un'entrata trionfale. La giovane sposa, che non mi aspettava, fu grandemente stupita quando mi vide. Era quasi imbarazzata. La osservai mentre faceva dei passi veloci verso la borsetta, appoggiata sulla credenza per tirarne fuori qualche spicciolo da dare come mancia al fattorino. Una volta rimaste sole, io e lei, ci guardammo con reciproca ammirazione; in effetti ognuna di noi, nel suo genere, era veramente quel che si dice "un bell'esemplare". Mi scartò con pazienza, quasi con devozione. Fui ammirata da tanta cortesia e pensai che ero fortunata ad essere capitata in quella casa. Lasciai che mi trovasse il posto giusto, anche se questo comportò il farmi trascinare in tutti gli angoli del soggiorno. Alla fine mi mise tra il divano e la TV. Era stata brava: avevo luce a sufficienza e poca aria corrente, proprio come mi aggrada. Mi misi placidamente a crescere, sperando in una buona annaffiatura e in qualche cucchiaiata di concime al momento giusto; non mi sarebbe servito nient'altro.
Quella sera, il padrone e la sua bella signora fecero l'amore proprio lì, sul divano, vicino a me. Mi sentii così tanto complice di quel benessere che al mattino seguente avevo tante gemme nuove, anche se nessuno avrebbe mai potuto accorgersi di ciò e tantomeno capirne il perché.
Passarono gli anni e cambiarono molte cose.
Crebbero dei bimbi un po' dispettosi che ogni tanto  per giocare, mi strappavano le foglie o sbattevano contro al mio vaso . Ma la loro voce era allegra e tutte le volte io tornavo a cacciar di nuovo fuori le stesse foglie che mi avevano tolto. Venne anche la donna della pulizie che, per evitare la fatica di andare a riporre le foglie cadute nel secchio dell'immondizia, continuava ogni volta a metterle sulla terra di cui mi nutrivo. Così facendo, soffocava le mie radici tanto che cominciai a far fatica a crescere. La mia bella signora, col tempo, diventò triste e cominciò a dmenticarsi di annaffiarmi. Il padrone, lo si vedeva sempre meno spesso. Non c'era gioia in quella casa e così cominciai a perdere le foglie e a deperire. I miei rami erano sempre più nudi e sgradevoli da vedere. La padrona un giorno si accorse che non stavo bene. Provò ad annaffiarmi di più, ma io stavo sempre peggio. Provò anche a prendere delle fialette che infilò nel terriccio del vaso. Avrei dovuto stare meglio, ma riuscii solo a perdere un po' meno foglie.
Ero diventata brutta, non mi si riconosceva più. Un giorno la donna delle pulizie mi mise sul pianerottolo. Dopo tanto tempo, ero fuori di casa. Non mi piaceva, mi sentivo abbandonata, anche se capivo che ora ero ben diversa da come ci ero entrata. Eppure non morii. Ero ancora forte abbastanza. Continuai una vita stentata, tra le correnti d'aria e lo sguardo assente di chi saliva  e scendeva le scale. Vicino a me, altre piante simili, magre, smunte, spossate e con poca voglia di vivere. Una volta mi accorsi che la mia bella signora, mentre mi passava accanto senza nemmeno più accorgersi di me, un po' mi somigliava. Avrei volto che un soffio di vento avesse scosso le mie poche foglie, ma lì, sul pianerottolo, era ed é tutto immobile, muto e senza tempo.    

13 commenti:

  1. Ma la tua pianta non è nel pianerottolo, si è rifatta , non solo il look, ha cambiato vaso, terra, le sue radici hanno imparato la lezione e crescono meglio di prima. Io sono convinto che tra non molto ritornerà a essere splendente non solo nelle foglie ma nell'anima. E comunque, pur essendo una pianta, ha voluto sfogarsi contro chi l'ha trattata male negli ultimi tempi. Checcus,
    mi firmo perché il blog mi ha cancellato.

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  2. Ciao Checcus..il fatto che tu sia mio amico ti porta a vedere un po' troppo di me in tante cose che scrivo. Ma non é sempre così, o meglio, diciamo che il concentrato di me a volte é anche tanto diluito; dipende dalla storia. Anche tu scrivi perciò sai che ci sono anche solo osservazioni sulla vita che ci circonda che a volte ci colpiscono e che desideriamo esternare con la scrittura. Avevo in mente da tempo una serie di monologhi teatrali, con un titolo ben chiaro, I DIALOGHI DELLE COSE, questo é uno di questi monologhi. Buona domenica Noce!!!

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  3. Il fatto è che tu, spesso, nel tuo scrivere trasporti sempre qualcosa di te stessa che, magari, per un estraneo è insignificante, per me, forse, anzi, sicuramente perché ti conosco e sono tuo amico, mi porta a coinvolgerti in quello che hai scritto. Appurato che, a volte, anche tu ti dedichi alle cose che ti circondano, senza volerci infilare altre interpretazioni, ne prendo atto. Sicuramente se tu avessi scritto prima del titolo: "Dialoghi delle cose", non sarei caduto nell'errore. Comunque, vista da questa prospettiva, la storia o monologo, come preferisci, cambia completamente. Ciao e buona domenica anche a te.

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  4. Sei nelle cose, nelle immagini, nei ricordi, cara Annalisa ma è tuo anche tutto un futuro che devi solo scoprire ed assaporare. Accarezzo "le tue foglie". Un bacio!

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  5. Per Checcus e Paola....triplo SIGH! Siete troppo amici..non vi si può nascondere niente:-))) Comunque davvero, le piante da pianerottolo mi fanno un po' pena e allora ho cercato di fare un rewind e di costruirci su una storia. Poi, tante cose scappano, altre ritornano, altre si sperano. Grazie a entrambi per la generosa (di Checcus) e delicata (di Paola) consueta attenzione nei miei riguardi!

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  6. Come ha scritto, giustamente, Paola, che non conosco ma che saluto, il futuro è, e deve essere solo tuo ma prima, devi riuscire a guardare al passato con indifferenza, sapendo che è esistito ma che ormai è un lontano ricordo. Piantato questo robusto paletto, puoi guardare al futuro, come facevi da giovane, ritrovare la curiosità di scoprire cose nuove o rituali ma viste con altri occhi e con altra maturità. Ricordati sempre qual'è il mio motto: la vita va vissuta sempre fino all'ultimo minuto, niente è fermo, niente è assoluto, tanto meno la vecchiaia o terza età come preferisci. Se guardi al passato vivendo di ricordi o rimpianti, sei irrimediabilmente al tappeto come un pugile suonato che accarezza i trofei degli anni passati. Quindi se nei tuoi scritti ci infili dentro qualcosa di te, è giusto ma prova anche a scrivere di un ipotetico futuro che ti piacerebbe costruire. Gli amici sono a tua disposizione e sono fatti apposta per ascoltare. E' anche vero e, qui ti do' ragione, che parlare sempre delle stesse cose può, alla lunga, stancare o irritare. Quindi accetto la tua critica e vedrò di intrufolarmi il meno possibile. Ciao scoiattolina e dai acqua alla pianta stamattina. Checcus - Noce.

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    1. Caro Noce, talvolta mi pare di vederti in camice bianco al mio capezzale, come se studiassi il mio caso con grande attenzione ma...non ti sei accorto che io sono già scappata dalla finestra. Direi che di quello che é stato della mia vita non rimpiango nulla, né vorrei tornare indietro per ripercorrere quello che ho già percorso. Vorrei semmai avere qualche anno di meno, ma chi non lo vorrebbe? Lasciami almeno questa nostalgia:-)

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  7. Le foto della pianta in camera Kirlian rafforzerebbero la tua tesi, Annalisa: in compenso, per merito tuo, guarderò con meno distacco quelle piante che abbelliscono l'ingresso del mio palazzo.

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    1. Ciao Massimo, ho dovuto andare a cercare il significato di 'camera Kirlian' che non conoscevo: interessante e centratissimo! Comunque ricordo che io stessa ho messo sul pianerottolo delle povere piante deperite e quindi le ho messe in cantina, poi, prima di buttarle, ci ho sempre pensato un bel po'. Sono creature anche loro e mi é sempre dispiaciuto di non averle potute salvare, specie quando mi erano rimaste in casa per tanto tempo. Il pianerottolo é una specie di limbo, e quante persone vivono nella medesima sensazione?

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  8. Qualche anno di meno lo vorrebbero avere tutti, io per primo, ma non sono certo gli anni che mi fermano. E' vero da giovane se ne avessi avuto la possibilità, mi sarebbe piaciuto studiare medicina, ormai però il tempo è passato e, non ne ho più la facoltà, sarei un abusivo; quindi non ho nessuna velleità di stare al tuo capezzale. Il migliore medico siamo noi stessi, un amico può solo aiutare, disinteressatamente, Ti lascio volentieri la nostalgia, quella è una cosa che ogni uno si gestisce a suo piacimento. Ciao e Buon martedì grasso,

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    1. Devo ancora studiare tanto, per fare il medico di me stesso, ma giuro che ci sto provando. Sono solo al primo anno, ho ancora tanto da fare, ma sono una capatosta e ci riuscirò:-)

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  9. ho sempre pensato che le piante abbiano un'anima......e ci osservano pure eh?.....alla fine succede come per gli animali...dicono che assomigliano ai padroni....sob....aspetta adesso vado a vedere le mie piante......sai che ho piantato due ciuffi d'ananas, e questi si sono inpossesssati del vaso e stanno allargandosi...AIUTOOOOOOOOOO arghhhh l'ananasso mi sta prendendo l'ariaaaa....
    per non parlare dell'Aloe....fa bene , si si fa bene...questa piccola pianta carnosa e spinosa...si è inserita bene... ha praticamente invaso tutto lo spazio che era destinato anche ad altre sue compagne....ha assunto un'aspetto sinistro e minaccioso , quasi di difesa nei confronti dell'umano....e adesso mi guarda e mi sfida....:" tu non mi dai acqua ? ...e io non demordo ...sono sempre qua! " sob è enorme!!!!!! appassita...... spinosa.......un pò come me.... ma non molla!

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    1. Donatella, non ti firmi ma ho capito che sei tu! Ieri stavo 'studiando' il D'Annunzio con Isabella, e direi che, come lui sono 'panica', cioé mi piace inserirmi anche nelle altre forme di vita, o almeno così ho fatto, quando mi sono trasformata nella pianta che ha compassione della sua signora.In realtà io non ho mai avuto un gran pollice verde, forse perché mi fermavo più a parlare (mentalmente) alle piante piuttosto che ad accudirle, matta come sempre...

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