mercoledì 21 marzo 2012

EL TOSO

Recentissima la miniserie di due sole puntate andata in onda su SKY CINEMA, rispettivamente il 12 e il 19 marzo. La storia si ispira al boss della malavita  Felice Maniero e della sua gang che, tra gli anni '80 e '90, hanno impreversato in quella che é anche la mia terra, la RIVIERA DEL BRENTA.

Purtroppo é brutto da dire, ma vero, quello che mi ha spinto a guardare questi due episodi e a seguirne, anche se parzialmente, la coda 'documentaristica' su History Channel é il fatto che volevo vedere e cercare di capire come aveva agito questo 'eroe al contrario' che comunque ha fatto parlare della mia terra.
Anche se sono nata a pochi km di distanza, non conosco bene la zona d'origine di Maniero e dei suoi affiliati. Tuttavia ricordo perfettamente di essere passata in quei luoghi qualche volta. Sono paesini tutti identici, brulli, senza beltà e con, suppongo, gran pochi interessi lavorativi. Da una parte l'opulenta e pigra Venezia, dall'altra Padova con le sue università e i suoi professoroni Tra queste due città regine che interloquiscono tra di loro da sempre con grande gelosia, ci sta la Riviera del Brenta che, con le sue ville, il canale e la strada provinciale Padova - Venezia, rende tuttora testimonianza di una bellezza che fu ma anche di un valore storico che é sparito e che non si riesce più a ritrovare da nessuna parte.
Tutto quello che ci sta intorno é una sorta di deserto. Ci possono essere salici e pioppi al posto dei cactus ma l'idea che ti lascia quel territorio é la medesima. Al posto delle montagne rocciose, i saliscendi dei tetti delle fabbriche e le ciminiere di Mestre e Marghera, coi loro veleni e la gente che vive a turni.
A meno che uno non nasca in una famiglia di solidi principi e con qualche discreto appoggio economico, capisco che per tutti gli altri la vita possa sembrare alquanto pericolosamente banale, grigia e invivibile.
Non voglio trovare scusanti a una persona che, come Felice Maniero,  comunque ha seminato disgrazie, assassini e rapine, voglio solo dire che il suolo era ottimo perché nascesse una siffatta malapianta.
Nel film, tra l'altro, ho potuto osservare qualcosa di estremamente triste ma molto condivisibile secondo quelli che sono i miei principi. Il protagonista ha una mente raffinatissima (e qui mi viene in mente quello che diceva Borsellino circa i mafiosi) solo che, per quanto denaro riesca a manipolare ed ottenere con i suoi eccellenti inganni, questo non dà nessun valore aggiunto a chi e a cosa gli sta intorno. Il benessere economico é solo un'effimera parvenza, che dura quel che dura e che vale solo per chi, a mio avviso, ha dei criteri di vita che, se da una parte sono molto imitati, dall'altra sono molto limitati.
Quando F. Maniero accompagna la madre e le fa vedere che ha costruito e arredato una mega villa col migliore archietetto americano, tutto il resto in realtà non cambia...fuori ci sono le solite zanzare e le solite ciminiere e poi, come gli dice giustamente la madre, 'a cosa serve una casa se deve stare sempre vuota'?
Quando porta il figlio in uno mega yacht convinto di avere fatto la cosa migliore per lui, la cognata gli fa giustamente notare che a un bambino certe cose non interessano.
Quello che voglio dire é che sebbene comprenda la necessità di un senso di rivalsa, specie quando si nasce in determinate condizioni e ambienti, sebbene possa anche indiscutibilmente ammirare l'intelligenza di chi riesce ad evadere da un carcere di massima sicurezza, tuttavia poi mi chiedo...PERCHE'? A cosa é servito rubare, corrompere e ammazzare? I veri valori sono gli AFFETTI che ti legano alle altre persone. Sono quelli che dovrebbero far andare avanti nella vita a schiena dritta nonostante qualsiasi intoppo si possa trovare nel nostro percorso.
Quando scappa ha con lui la madre, il figlio e le pochissime persone di cui sa che si può veramente fidare: gli altri sono tutti spariti.
Felice Maniero? Un'eroe al contrario...peccato...tanta intelligenza buttata! Ma finché la vita non é finita credo che volendo ci sia sempre il modo di rimediare e sinceramente é questo quello che auguro  a lui e  a tutti coloro che l'hanno seguito per il semplice motivo che non avevano niente e nessuno di migliore in cui credere.

10 commenti:

  1. Stavo aspettando questo tuo commento, dopo la seconda puntata della fiction su Maniero. Ti devo dire la verità che anche se ne avessi avuto la possibilità, non ho SKY, non l'avrei guardata. Non ne faccio una questione di principio ma ricordo benissimo quando avevo circa 19/20 anni, le frequenti incursioni del "Toso", come l'hai chiamato, a Dolo al Caffè Vittoria. Per noi ragazzini, anche se ormai ventenni, non erano i tempi attuali, vedere tutta quell'ostentazione di lusso e di spreco, mi riferisco a macchine potenti, a bei vestiti, alla disponibilità di denaro e di poter fare quello che volevano in spregio a tutto e a tutti, era uno schiaffo. Per la cronaca, io a quei tempi, andavo a scuola al mattino e al pomeriggio lavoravo mezza giornata in un calzaturificio a Stra per guadagnare 30.000 lire al mese, che consentivano il pagamento dell'affitto nella casa nuova, visto che nella vecchia si rischiava di rimanere seppelliti dai calcinacci. Ma questo è un'altro discorso, se lo apro, scrivo un libro. Torniamo al Toso; erano sbruffoni, duri, cattivi, non tolleravano intromissioni o critiche da parte di nessuno, o li accettavi così oppure te ne andavi via con la coda in mezzo alle gambe, noi la nostra banda, preferivamo non avvicinarsi, li guardavamo da lontano a distanza di sicurezza. Sicuramente erano dei contadini arricchiti, laddove s'intende per contadino, una persona di bassa estrazione culturale che all'improvviso si ritrova a maneggiare tanti soldi e dimentica la sua saggezza e il suo vedere le cose con i ritmi imposti dalla natura. Sicuramente il salto di qualità l'hanno fatto quando sono arrivati al confino i primi mafiosi, Totuccio Contorno alloggiava all'Albergo Campana, in soggiorno obbligato. Hanno imparato a uccidere anche fra di loro, per punire chi non obbediva alla legge del capo. Tanti se ne sono andati, perché preferivano essere liberi nelle loro azioni criminose, diventando dei veri cani sciolti.
    Alle piccole ruberie,sono subentrate le rapine, il traffico di droga. Dopo alcuni anni è scoppiato il caso "Mala del Brenta", e prima non si era accorto nessuno di quanto stava succedendo? Va bene che i carabinieri di allora non erano certo quelli di adesso, quanto ad efficienza, ma il tutto era decisamente prevedibile. Fare delle elucubrazioni filosofiche sulla condotta e sulla morale di quella gente, serve a poco, di intelligenti,al loro interno, erano in pochi, tanti furbi, quello si ma la furbizia tu mi insegni che è l'intelligenza degli ignoranti. Comunque è stato abile a mediare le sue condanne, rivelando nascondigli di tesori che molto probabilmente sono solo un decimo di quello che lui ha nascosto ed è per questo che vive sotto falso nome. Il vero tesoriere era la madre che controllava tutte le spese e decideva come spendere il denaro "guadagnato". Voleva garantire una vita senza problemi alla figlia che si è suicidata, dopo aver capito che i soldi non servono a niente, se manca il sub-strato culturale affettivo, anche se non è una famiglia unita, basta che ci sia l'affetto, non comperato, questo lo dice uno che ha voce in capitolo. E' stata comunque una brutta pagina per il nostro territorio, basti vedere che ogni tanto, quando qualcuno della banda esce, crede che sia rimasto tutto come prima e nel giro di qualche mese ritorna dentro. L'unico che "se la spassa" si fa per dire è sempre lui che di soldi ne ha ancora molti da spendere. Ma fa una brutta vita, non quella che voleva, costretto a nascondersi e farà una morte anonima da mentecatto, se qualcuno dei vecchi sodali non lo trova prima. Quindi cara Annalisa come vedi i soldi non sono serviti a nulla. Miserabile era prima quando era povero e magari con una sua dignità. miserabile è adesso che malgrado ne abbia la possibilità, resterà quello che è sempre stato: un contadino arricchito. Senza offesa per i contadini, naturalmente.

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  2. Ti ringrazio, Checcus, per questo 'pezzo di storia' che mi hai rivelato, che non conoscevo e che dà una enorme profondità ai fatti visti solo su video!

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  3. Provo a commentare. Se poi subentra lo spam, te lo dico.
    Allora, la fiction: credo sia un po' nata sulla scia del successo dei "Romanzo criminale" e tutto sommato sono in tendenza con quelle cose che fanno ascolto sulle tv generaliste. Il rischio vero è che poi la gente faccia confusione tra vita reale e scene "viste in tv". Come dice Checcus nel suo ammirevole commento, la realtà è molto più complessa, sofferta e dolorosa: e per un crimine clamoroso, da cronaca, ci sono mille altri soprusi quotidiani, piccoli ed invisibili. Quando mi ragazzi come Chiccus erano seduti tranquilli per i fatti loro nel bar, cosa sarebbe successo se uno dei bulli avesse ritenuto di essere in qualche maniera (o meglio, con qualsiasi pretesto) "vittima" degli sguardi dei ragazzi? Si, hai ragione , Annalisa, quando parli di "valori", nel post: il problema vero è che certa gente pensa che un "avere un valore" sia l'equivalente di (poter) comperare un "prodotto"; che è cosa be diversa, un valore si crea con una serie di processi mentali e materiali, mentre un prodotto lo si compra o vende già fatto. Non c'è nessuna creatività, nessun impegno, nessuna intelligenza: basta aprire un portafogli. Se poi le banconote sono macchiate di sangue, basta che abbiano valore legale.Per certi, solo questo conta.

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  4. [spero non sia finito ancora in spam...]

    Massenzio

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  5. Copio il tuo commento, MASSENZIO:

    Provo a commentare. Se poi subentra lo spam, te lo dico.
    Allora, la fiction: credo sia un po' nata sulla scia del successo dei "Romanzo criminale" e tutto sommato sono in tendenza con quelle cose che fanno ascolto sulle tv generaliste. Il rischio vero è che poi la gente faccia confusione tra vita reale e scene "viste in tv". Come dice Checcus nel suo ammirevole commento, la realtà è molto più complessa, sofferta e dolorosa: e per un crimine clamoroso, da cronaca, ci sono mille altri soprusi quotidiani, piccoli ed invisibili. Quando mi ragazzi come Chiccus erano seduti tranquilli per i fatti loro nel bar, cosa sarebbe successo se uno dei bulli avesse ritenuto di essere in qualche maniera (o meglio, con qualsiasi pretesto) "vittima" degli sguardi dei ragazzi? Si, hai ragione , Annalisa, quando parli di "valori", nel post: il problema vero è che certa gente pensa che un "avere un valore" sia l'equivalente di (poter) comperare un "prodotto"; che è cosa be diversa, un valore si crea con una serie di processi mentali e materiali, mentre un prodotto lo si compra o vende già fatto. Non c'è nessuna creatività, nessun impegno, nessuna intelligenza: basta aprire un portafogli. Se poi le banconote sono macchiate di sangue, basta che abbiano valore legale.Per certi, solo questo conta.

    ecco la mia risposta, Massimo:
    la fiction serve per intrattenere, né più né meno di quanto potevano o possono intrattenere prodotti che, come i romanzi, prendono spunti dalla realtà e poi la 'convertono' a seconda del modo di sentire e capire il mondo da parte dell'autore (anche tu scrivi perciç sai benissimo che funziona così). Certe situazioni sono molto appetibili sotto questo punto di vista...le vogliamo ridurre a una sigletta? Va bene S.D.V.? Sesso, Denaro, Violenza? Mescola e rimescola siffatti ingredienti e il successo é assicurato.
    Poi, la questione 'altra', la vita ci presenta, sotto forma di un testimone dell'epoca, risvolti che il film non ha evidenziato (ma credo anche che sia impossibile soffermarsi sul contorno quando si incentra in sole due puntate un gran pezzo di vita costellato da così tanti avvenimenti come é stato fatto per la riduzione sulla vita di Maniero.
    L'uno é un prodotto che serve per far parlare, l'altra é la realtà che serve per 'riposizionare' i fatti e i personaggi al loro posto. A me, che amo la vita e anche la finzione (altrimenti non scriverei) piace sapere di entrambi questi aspetti.
    Grazie come sempre a te per i tuoi commenti e non preoccuparti, se ti trovo spammato di ricompongo qui:-)))

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  6. Avrai sicuramente visto in tv credo ancora quest'inverno uno speciale dedicato alla Mala Del Brenta con Lucarelli, devo dire molto interessante, ben fatto credo ci siano dei frammenti anche su youtube!

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  7. No Alberto, non l'ho visto, ci darò un'occhiata su You Tube. Grazie della notizia:-))

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  8. io vivo lungo la Riviera del brenta.. tra dolo e mira. lavoro vicino campolongo.. conoscevamo maniero. e fidati che uno come lui non te lo dimentichi.. e non per quello che ha fatto o quello che aveva.. ma per quello che era.. e unpò da fastidio quando senti la gente che parla solo perchè leggeva i giornali o guarda le fiction.. an e io amo il mio paese dove vivo.. mi piace viaggiare per il mondo ma poi quando torno a casa sorrido e mi godo la mia bella venezia e la mia riviera.. l'importante è con chi ci vivi non dove vivi ricordatelo..e la riviera e venezia è un bel posto da condividere con gli amici veri la famiglia e l'affetto.

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  9. Ciao Nicole, mi spiace che tu abbia compreso che io non amo la mia terra, anzi, direi che é il contrario, solo che é anche vero che non é bella tutta..ci sono luoghi desolati e tristi, specie in certe zone dell'entroterra (Mestre e dintorni, per intendersi). Per quanto riguarda il fatto che un posto diventi unico e bello perché ci vivi con le persone a te care, sono della tua stessa opinione...o quasi. Dopo 27 anni vissuti in Riviera del Brenta sono andata a vivere nel paese di mio marito, a Reggio Emilia, e lì sono nati i miei figli; mi ci trovo bene ma spero, quando morirò, di andare a riposare vicino al canale, dove correvo da piccola.....

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