domenica 12 ottobre 2014

LEAVES

Mi scuso con i miei lettori, ma in questo lungo periodo non riesco a farmi uscire idee decenti dalla testa. Idee che posso ritenere particolari, interessanti, che sarebbe giustificato proporre.
Non é assolutamente mia intenzione tediare chi mi legge. Sono stata tediata già abbastanza io da chi mi ha ripetuto con troppa ripetitività concetti che hanno sfibrato la mia stessa capacità di attenzione.
Giusto ieri sera, prima di addormentarmi, leggevo un giornale femminile, che ho preso giorni fa perché aveva delle belle immagini  e news modaiole e perché, con un semplice eurino, mi regalava pure uno smalto per le unghie.
Sono rimasta perplessa quando mi sono trovata a leggere le lettere inviate dal pubblico all'opinionista di turno. Tematiche che tornano a riproporsi ormai in tutte le salse. I problemi sono sempre gli stessi e purtroppo é tristissimo tornarci su senza riuscire a vedere una soluzione che sia degna di essere chiamata così.
Amori svaporati, relazioni fragilissime, giovani che non sanno che fare in un paese che per troppo tempo é stato lasciato allo sbando e che ora paga, con abbondanti interessi, un'enormità di sbagli.
Sono nel mondo del lavoro e mi trovo tutti i giorni a dovermi confrontare con situazioni pesanti dove la sfiducia, l'indecisione, la precarietà, tolgono la direzione e l'incisività anche agli sforzi più laboriosi e ragionevoli.
Sono madre di due figli ormai grandi che già hanno percepito fortemente che il mondo é cambiato rispetto a solo pochi anni fa, quando era lecito sperare che tutto procedesse comodamente.
Sono donna, con un matrimonio finito alle spalle (non mi piace dire 'fallito', non sarebbe questo il significato vero della mia storia) e vedo intorno a me una moltitudine di uomini che 'si nascondono dietro a un dito', come avremmo detto una volta, uomini che non sanno parlare (non mi riferisco certamente alle doti letterarie, che qui non centrano nulla, bensì alla capacità di esprimere quello che hanno dentro), uomini che il più delle volte non hanno il coraggio di nessuna azione e che,   a parte il placare ogni tanto qualche istinto primordiale, più che vivere si 'lasciano vivere', come foglie d'autunno, che si lasciano andare, come se la vita non gli appartenesse, come se non valesse la pena di essere vissuta.

3 commenti:

  1. Presumo siano cose personali quindi non entro nel merito ma mi piacerebbe capire a chi ti riferisci...

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  2. Anche io, come tutti, ho le mie storie personali e di solito (non offenderti), preferisco condividere con le mie amiche-donne quelle specificatamente basate sul rapporto uomo-donna:-)))

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