mercoledì 23 maggio 2012

FOOTLOOSE


A 20 anni o giù di lì sono cresciuta nel mito  secondo cui la danza era sinonimo di vitalità e perché no, anche di affermazione. Da 'Grease' a 'Dirty Dancing', da 'La febbre del sabato sera' a 'Flashdance' fino alla serie quotidiana di 'Fame' (Saranno famosi), negli anni in cui le stelle ballavano anche io ballavo, o almeno ‘mi ci provavo’. La vitalità era al momento giusto e sarebbe stato un vero peccato non sfruttarla. Veramente la danza mi é sempre piaciuta, fin da piccola, cioè da quando ero invidiosetta di mia cugina che, all’epoca magrissima e con la madre più ‘tecnologica’ della mia, si poteva permettere di frequentare una scuola di ballo in città.
Io dovetti ripiegare su delle ben più noiose lezioni di pianoforte in casa, sia perché, per l’appunto, mia mamma non mi avrebbe mai accompagnato in città per certe cose, sia perché, ahimé, all’epoca ero cicciottina e avevo, tra l’altro un già discreto numero di piede; difettucci non da poco per un'aspirante ballerina, e sui quali la graziosa e magra cugina non esitava di puntualizzare con una certa ironia e con mio grande dispiacere, come potete ben immaginare.
Ma gli anni passarono e tante cose cambiarono. Sui 12 anni cominciai a trasformarmi vistosamente, senza quasi che me ne accorgessi. Ricordo che cominciai a notare che, al posto della mia solita pancetta da bimba golosamente attratta dai plum cake e dai paninetti al salame, apparve improvvisamente un punto vita stretto stretto e dei fianchi ampi e armoniosi, da donna: insomma, quella che si dice una classica forma ad anfora! Non mi riconoscevo più!
Chi mi conosce sa bene che le cose non mutarono in positivo a tal punto, in quanto in seguito, tra i 15 e 16 anni, dovetti subire lo tsunami fisico ed emozionale dell’anoressia. Ma, passato quello, le cose tornarono a posto e fu così che, per qualche anno, frequentai un corso di danza moderna, con tanto di saggio finale a teatro.
 Non parliamo poi delle sere in discoteca al mare..chi ha letto Cuor di Briosshhh sa bene delle mie pazzie.
Ebbene, pochi giorni fa ho organizzato con degli amici una serata ‘disco’, naturalmente anni ’80!
Che dire….le musiche erano le stesse ma le sensazioni erano estremamente diverse. Purtroppo la necessità di spensieratezza che sentivo dentro non aveva nulla a che fare con la realtà. Troppo diverso, il mondo intorno a me, da quello dei ricordi. Molta, infinitamente molta meno anche l’energia che sentivo dentro. E così ho pensato alle notti in piedi coi bimbi in braccio, alle borse della spesa portate su e giù per le scale, alle ore in macchina, in mezzo al traffico, e anche a tutte quelle passate in ufficio, e perché no, anche alla montagna di roba stirata, ai pranzi, alle cene, ai piatti e alle pentole lavate. Non potevo essere come allora: tanta vita è già passata, è stata data e non può tornare indietro.
Non c'era nemmeno, come allora, la prospettiva più interessante; quella di uno sguardo che mi potesse catturare o di cui poter catturare l'attenzione. E' stato solo un placido momento cercato apposta per far affiorare dei ricordi, e i ricordi, i miei almeno, non mi fanno mai male, nemmeno i più dolorosi, come, allo stesso tempo, non riesco nemmeno ad esaltarmi nel ripensare a certi momenti che posso definire 'belli': quel che é stato é stato e io sono fatta anche di quei momenti, belli o brutti che siano. Sono parte di me e con essi vado incontro, ogni giorno, alla vita che verrà....

4 commenti:

  1. Non entro nel merito del divertimento che tu hai descritto, giustamente, in modo soggettivo. Parto invece dalla constatazione che ogni uno di noi, nella vita in special modo quando è giovane ha talmente tanta energia addosso che difficilmente riesce a controllarla. Nel tuo caso è stata la danza, hai 10 anni meno di me e quando sei arrivata all'età giusta la disco era scodellata e pronta per gli amanti del ballo. Io, diversamente per quanto riguarda la musica me la sono dovuta sudare, fin da quando giovanissimo 13enne ascoltavo alla sera le stazioni radio che trasmettevano dall'estero tramite una favolosa, per quei tempi, enorme radio di legno a valvole. Poi la vita ha proseguito il suo cammino, matrimonio ecct.
    Su di una cosa abbiamo un punto molto in comune, sicuramente abbiamo avuto, tutte e due, una madre molto autoritaria e questo logicamente va a discapito della formazione iniziale dell'individuo che poi trascina con se alcuni concetti che lui stesso con l'andare degli anni troverà assurdi per i suoi stessi figli. Adesso sorrido pensando alle lotte fatte a suo tempo per potersi tagliare i capelli alla moda dell'epoca,(caschetto alla Beatles), alle prime sigarette fumate di nascosto con contorno di sberle( qui magari avevano anche ragione) e tante altre cose. La morale che si può trarne è che quando si impone una cosa, meno risultato si ottiene. Poi e chiudo, ho anche imparato che con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Quello che hai fatto è fatto, inutile incolpare terzi, ogni uno è artefice del proprio destino e soprattutto, ricordi e recriminazioni servono solo a far venire la tristezza per un epoca passata e che adesso vediamo e analizziamo con altri occhi: Hai detto giustamente che quella sera di revival, ti sei guardato attorno pensando a uno sguardo che ti potesse catturare, è giusto, ti eri immedesimata per bene nel mondo di allora, ma il tempo non fa sconti è passato via veloce; meglio, quindi, guardare avanti sorridendo ai ricordi e considerandoli, come dici giustamente, solo tali e irripetibili.
    P.S. La settimana scorsa ho sognato una vacanza fatta nel 1972 all'estero, in tenda, con i soliti amici della cricca di quei tempi. Mi sono venuti i brividi a pensare come abbiamo passato quei venti giorni, alla follia pura che ci ha fatto affrontare cose quasi impossibili in terra straniera, sotto tutti i punti di vista oltretutto, allo sbaraglio completo senza sapere cosa sarebbe successo il giorno dopo, cosa avremmo trovato, come ci avrebbero trattati. Ebbene mi sono reso conto che adesso non sarei più in grado di farlo non solo per una questione di età ma proprio perché lo spirito iniziale pur essendo sempre lo stesso, si è ritagliato un angolo suo personale che gli anni hanno smussato e che ormai rimarrà tale, considerati anche i tempi notevolmente mutati nella società in cui viviamo. . Ciao Checcus - Noce

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    1. Bella così, la vita, la mancanza di esperienza ti obbliga a doverti adattare ad ogni esperienza nuova senza nessun prontuario...siamo acrobati senza rete. Non ce ne rendiamo conto, ma é così!
      P.S.: certo che mi sarebbe piaciuto vederti col caschetto da Beatle mentre fumavi di nascosto e poi ti beccavi le sberle....povero Noce!!!! Situazione tragicomica, vista a tanti anni di distanza!

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  2. Devi sapere che si andava, io e un paio di amici qualche pomeriggio in piscina a Padova, al Rari Nantes al Bassanello e ci si comprava un pacchettino da 10 di sigarette un po' esotiche. Avevamo 15/16 anni e poi quando si rientrava a casa per quante caramelle avessimo mangiato,l'alito puzzava c'era poco da negare. Così avevamo trovato un espediente, i primi spray al mentolo per il mal di gola. Ne comperammo un paio e con quello spariva l'alito alla nicotina. Ma è durato lo spazio di una settimana, prima c'era la puzza di cicca, adesso c'era quella della menta, in ogni caso eravamo irrimediabilmente fregati. Per quanto riguarda il caschetto, invece, una volta sono tornato dal barbiere con il nuovo taglio. Mia madre non ha detto niente mi ha preso per un braccio e mi ha riportato sul luogo del misfatto assistendo di persona alla rimessa in ordine delle cose. Altri tempi.

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  3. Ma povero Noce.....pensa che io invece, quando vedo mio figlio con dei nuovi tagli di capelli, ci trovo una battuta ironica e ci rido su..mai e poi mai avrei fatto una cosa simile: é come castrare una persona...ma che tempi!
    P.S.: ricordo di un mio cugino, molto bello ai tempi, che venne a chiedere di lavorare a mio padre. Il cugino portava i capelli tipo J.C.Superstar, per intenderci...mio padre gli disse ok per il lavoro ma ti tagli i capelli:-)))) Altri tempi davvero!

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