mercoledì 28 marzo 2012

UNA SIGARETTA ACCESA - EPISODIO N. 11 -


L’indomani al lavoro la giornata fu una di quelle’toste’, che praticamente non ti permettono di avere tempo per pensare. Il suo capo era fuori sede e così Veronica dovette sorbirsi anche le recriminazioni e i casini vari che di solito, quasi per magia, prendono corpo e forma proprio quando manca chi dovrebbe occuparsene per primo. La cosa sinceramente non la preoccupò più di tanto, anzi, le permise di passare le ore prima dell’esame di pronto soccorso senza arrovellarsi troppo il cervello per tentare di ripassare quello che, almeno in teoria, avrebbe dovuto già essere ben fissato nella sua mente. Passò da casa nel pomeriggio, giusto il tempo di farsi una doccia, rimettersi in ordine e raccogliere il formulario che avrebbe dovuto consegnare presentandosi per il test. Sapeva che avrebbe dovuto andare in una sede diversa da quella che aveva frequentato per mesi ed anzi, ne aveva parlato con Michele che si era offerto di passare a prenderla da casa. Non ebbe assolutamente il tempo di riaprire nessun libro, rilesse solo un paio di cose che aveva segnalato con dei post-it e che sapeva che non riusciva a tenere a memoria. Nel frattempo, erano già le cinque e mezza e Michele era già giù pronto in macchina ad aspettarla. Appena arrivata lui le aprì lo sportello rimanendo seduto al posto di guida e l’accolse con un gran sorriso.


“Allora sei pronta?”


Veronica entrò in macchina sbuffando.


“Ah guarda, questo proprio non lo so. Preferisco dirtelo dopo. Non oso nemmeno pensare a come potrà andare a finire vista la confusione che ho in testa! Speriamo nel fattore ‘c’!”


“Il fattore ‘c’?”


“Ehhhh si!”


“ Ahhh, si hai ragione, quello serve sempre. Io ne ho  avuto una discreta dose, specie nel lavoro, solo che dopo, non so, ma non riesco ad appassionarmi mai a niente e tante occasioni le ho perse proprio per strada!”


“Io, se tornassi indietro, non so nemmeno più se farei il tipo di scuola e di lavoro che ho fatto. A volte mi vengono dei forti dubbi. Non so, a volte la vita mi sembra solo una serie di fottute conseguenze …”


“Ma, io non saprei cosa risponderti; preferisco prendere le cose così come vengono. E’ molto più rilassante!”


La conversazione proseguì più o meno con queste argomentazioni finché i due giunsero a destinazione. Veronica nel frattempo si era messa a parlare in modo sempre più concitato e, a dire il vero, non vedeva l’ora di uscire dall’abitacolo.


“Beh, dai, adesso siamo arrivati..in bocca al lupo! Le considerazioni le faremo dopo! A proposito, mi offri la cena? Guarda che ieri sera non mi hai fatto nemmeno mangiare!”


Michele non aspettava altro ma in verità rimase basito di fronte alla richiesta, secca e precisa, di Veronica, tanto che restò a bocca aperta e gli ci volle qualche secondo per riaversi.


“ Si, come no, certo. Appena abbiamo finito qui decidiamo quello che preferisci fare, ok?”


“Si, d’accordo, ok!”


E così dicendo Veronica gli sbatté in faccia la portiera della macchina, senza nemmeno dirgli grazie e senza nemmeno aspettarlo. Era così tesa che si piazzò velocemente di fronte al portone dell’edificio dove si sarebbe svolto l’esame e si accese immediatamente una sigaretta. Dopo i pochi minuti necessari per il parcheggio, Michele la raggiunse. Più che essere in ansia per il suo esame, continuava a rimanere esterrefatto di fronte al comportamento altalenante e incomprensibile di Veronica.


“Hei, ma perché te ne sei andata così di fretta? Non potevi aspettarmi?”


“Scusami, ma quando sono nervosa mi devo accendere una sigaretta, altrimenti so che dopo mi aumenta ancora di più la tensione. Mi devo scaricare un po’ prima dell’esame, altrimenti non combinerò nulla di buono!”   


E così dicendo Veronica buttò con noncuranza la cicca a terra, sorrise a Michele e, insieme, presero l’ascensore per arrivare al secondo piano dell’edificio, dove si sarebbe svolto l’esame. Negli interminabili momenti ‘vuoti’ della salita, si guardarono intensamente negli occhi finché Veronica. una volta arrivata, non diede un taglio netto alla situazione con un sorrisetto estremamente malizioso.


All’esame Veronica partì impacciata, ma poi se la cavò alla grande tanto che, quando uscì, le sembrò di avere acquisito una strana sorta di sicurezza che, in qualche modo, la faceva sentire più forte e più sicura di sé. Aspettò che anche Michele avesse finito. Lui uscì con un sorrisetto da quattro soldi. Disse che avrebbe potuto andare meglio ma quello che gli interessava l’aveva ottenuto e questo gli era sufficiente.


Salirono in macchina e andarono in un ristorantino fuori porta per festeggiare. Veronica era talmente stanca che, ora che si stava rilassando, rideva per niente ad ogni minima stupidaggine e intanto parlava a raffica. Michele invece rimaneva quasi assente a tutti gli spunti che lei continuava a offrirgli e, nel mentre, continuava a fissarla. Era un venerdì sera e perciò non c’era nessuna fretta di dover andare a dormire per alzarsi alla solita ora il giorno dopo, tanto che, una volta usciti, quando Michele chiese a Veronica se aveva voglia di passare da lui prima che la accompagnasse a casa lei disse di si.

6 commenti:

  1. E' assoluta nei suoi comportamenti, passa dai dubbi infiniti, alle certezze radicali. Dall'aperitivo innocente, alla cena chiesta in modo spavaldo, tanto da imbarazzare il maschio che si trova spiazzato e va in cortocircuito. Le ipotesi sulla conclusione del dopo cena, potrebbero essere scontate ma prevedo un finale di fuoco e fiamme: ai posteri o, meglio ancora, alla scrittrice, sciogliere i dubbi.

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  2. Bello quando il maskio (con la 'k') va in corto circuito: ci sono poche cose al mondo più divertenti:-)))

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  3. Lo so che voi donne, in questo, siete perfide!!!! :-)))) Adesso sono curioso del gran finale.

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  4. Hahahaah...e siamo tutte maledettamente uguali, solo che c'é chi usa il proprio fascino ma poi si ferma perché farebbe dei danni, chi ci gioca giusto per divertirsi ogni tanto e chi ne fa uno scopo di vita...:-)

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  5. E' così divertente tendere innocenti trappole :)
    Poi naturalmente vorrò rileggermelo tutto d'un fiato...il libro dico

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  6. Ciao Paola carissima...si certo quello é sempre divertente...e poi, il libro, chissà, stavo pensando, una volta finito questo 'romanzo breve', di inserirlo nella futura edizione di TRE DI ME, al posto di quello che é poi diventato l'inizio del LABIRINTO D'ACQUA....vedremo...con gli editori é sempre una lotta. Un carissimo abbraccio!

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