giovedì 3 maggio 2012

DEI PADRI

Nessuno ti può dare le istruzioni per essere un buon genitore. Se un metodo é stato efficace per educare bene un figlio non é detto che lo stesso metodo ti riservi gli identici risultati nel caso lo si applichi ad un altro figlio. Situazioni e tempistiche sono diversi e diversi sono i mix caratteriali che si creano e trasformano in continuazione. Io sono madre e, un po' come fanno tutte le madri, ai tempi in cui avevo due figli piccoli e un marito ho avuto il necessario ruolo di cercare di 'addolcire' certe pretese che ritenevo eccessive da parte del consorte nei riguardi del figlio maschio. Con la figlia femmina é stato diverso; le figlie, si sa, di norma vengono guardate e seguite sempre con minore attenzione rispetto al 'maschio'. Quando mio marito seppe che aspettavo l'erede, quella sera stessa mi portò fuori a cena. La cena non si ripeté quando seppe che sarebbe arrivata una femminuccia..in compenso l'unica cosa rilevante che ricordo fu che, quando lo seppe, disse queste testuali parole 'ora capisco tuo padre'. Insomma, il maschio eccita l'orgoglio, la femmina suscita la gelosia. Sembra che l'"erede" debba per forza incarnare tutti i sogni infranti di un genitore, ma questa é cosa che io personalmente giudico un gravissimo errore. A me sarebbe piaciuto fare il medico, l'insegnante, la scenografa, l'attrice, l'architetto. Se avessi inculcato tali e tante prospettive nella mia figliolanza credo che come minimo li avrei sconcertati. Il discorso sarebbe ampio e qui non é il caso di allargarsi. Quello che volevo dire qui é che i padre, certi padri, ad un certo punto dovrebbero fare una riflessione. Dovrebbero capire e misurare le forze del figlio e non buttarlo allo sbaraglio. Dovrebbero capire che un figlio ha la sua dignità anche se non é la fotocopia di chi l'ha generato. Dovrebbero fare un passo indietro e lasciarlo andare con le sue gambe, fornendo incoraggiamento e fiducia piuttosto che falsi attestati e riconoscimenti che non gli appartengono. Dovrebbero avere il coraggio di lasciarlo rischiare, di lasciarlo cadere e di farlo rialzare da solo. Gli altri non lo aiuteranno mai: bisogna insegnare che ognuno deve imparare a farcela, DA SOLO!   

5 commenti:

  1. Per quanto riguarda l'erede, ci sono cascato anch'io, forse con meno patos del tuo consorte. Arrivata la prima Elisabetta, cercavamo il maschietto e sono nate altre due femmine e così abbiamo pensato bene di chiudere baracca. Per quanto riguarda l'educazione dei figli, ti do ragione perché fatti salvi alcuni parametri essenziali o solidi come si usa dire, ogni uno ha le sue caratteristiche, quindi non ci sono e non ci possono essere schemi prefissati da seguire con tutti. E infine, se dovessi recriminare su quello che avrei potuto fare, essere, e perché no, creare con il mio spirito, senza essere costretto a seguire i tanti, troppi consigli della mamma, dello zio di turno, dei parenti tutti più o meno interessati, dovrei rompermi la testa sul muro. Ma come hai avuto modo di dire in un'altra occasione, ogni persona nasce con un predestinazione già scritta; c'è chi riesce a modificarla a proprio favore salvo poi realizzare, con la maturità, di aver sbagliato tutto e chi invece la vive semplicemente con serenità d'animo, senza subirla forzatamente ed è il più felice.

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    1. Quel 'tenere troppo stretti' i figli é una forma di ossessione affettiva, di paura del vuoto che, più o meno, tutti hanno. Grazie a Dio nella mia testa questo elemento non esiste. Sarà forse perché subisco ancora quello dei miei genitori ultraottantenni e, quando lo percepisco, mi sento una bomba innescata. Io non appartengo ai miei genitori, come i miei figli non appartengono a me. Un genitore ha il dovere di dare ascolto e appoggio a un figlio e di insegnargli quella che giudica la direzione più giusta da prendere, ma nessuno é proprietà dell'altro. Samo qui per aiutarci, dati i legami parentali, ma non per ossessionarci. Quanto fa di più una carezza o un sorriso al momento giusto piuttosto che una sequela di ordinanze disseminate lungo le ore della giornata. E anche il coraggio di fare un rimprovero senza aver paura di sentirci abbandonati!

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    2. Assolutamente d'accordo e in ciò trovo conforto in mie figlie che mi considerano come un fratello con cui confidarsi piuttosto che padre padrone, cosa che invece fa la madre mia ex che pretenderebbe di dettare legge e impartire sentenze in continuazione.

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  2. Sì, hai perfettamente ragione! Molto spesso i genitori riversano sui figli le proprie incapacità di quando avevano la loro età. Come sai gioco a tennis, e mi capita spesso trovare nei vari tornei genitori che se la prendono con i propri ragazzi...'hai perso contro un vecchio' urlano...ma così non fanno altro che del male. E magari dovrebbero anche avere l'umiltà e l'intelligenza di capire che 'quel vecchio' calca i campi da vent'anni e magari sa stare anche bene in campo e leggere una partita! Solo su un punto non sono d'accordo, ma per un fatto esclusivamente personale...e cioè quando dici che l'arrivo di un maschio 'eccita' più dell'arrivo di una femmina il papà. Io, quando ho saputo che dentro il pancione c'era Laura ho fatti i salti di gioia...e pensare che quando mia moglie aveva abortito, era un maschietto. Oggi, dopo dodici anni sono felicissimo :-)

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    1. Comunque tu sei un caso particolare, perché ami la donna in senso lato. Ci sono rari uomini come te, che preferiscono un dialogo con le donne non per il solo e puro piacere di farsi una nuova conquista, ma per confrontarsi con un modo più sfaccettato e sensibile di interlocuire sulla realtà. Ben comprendo la grande gioia che hai conosciuto quando hai saputo che stava per arrivare la piccola Laura. Purtroppo tu sei un'eccezione, per cui confermi la regola.-)))

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