martedì 21 agosto 2012

LIKE A ROLLING STONE


Qualche giorno fa ho visto il film ‘Le regole della casa del sidro’ (il film, che vinse un Oscar per la miglior sceneggiatura è del 1999, ma fu scritto nel 1985 da John Irving). Vi si racconta la storia dolce-amara del giovane Homer, che vive per anni in una sorta di ospedale-collegio che accoglie bambini abbandonati, orfani o malati. Sotto l’ala protettrice del medico che dirige questa struttura, il giovane Homer diventa suo assistente. Lì, a seconda dei desideri/necessità delle donne che si presentano, i medici fanno partorire oppure fanno abortire. 
Un giorno arriva una giovane coppia. Lei è bellissima e Homer, per la prima volta, si innamora, tanto che quando lei e il fidanzato stanno per andarsene dopo che lei ha abortito, chiede loro un passaggio. Non ha più voglia, Homer, di starsene al chiuso di quell’istituto dove è vissuto da sempre. Non ha mai visto l’oceano, non ha mai visto niente al di fuori di quelle mura e della grande infelicità che regna nella struttura che pure lo ha accolto per anni.
Il fidanzato della bellissima parte per la guerra e Homer ha una relazione con la ragazza. Il film poi si arricchisce di molti, moltissimi altri spunti che fanno riflettere intensamente sulla vita, sull’inevitabile durezza che colpisce tutti, chi più chi meno.
Di tutta questa storia credo che mi rimarrà  in mente a lungo un breve episodio. Homer e la sua lei sono sulla riva del mare. Giocano, ridono, si rincorrono, come fanno tutti gli innamorati. Ad un certo punto uno dei due trova un coccio di vetro sulla sabbia. L’episodio sembra insignificante, ma per me non lo è, soprattutto quando la ragazza dice che, per assumere quelle forme così arrotondate, probabilmente quel pezzo di vetro aveva rotolato per anni sul fondo del mare.
E così siamo noi. Come un coccio di vetro che, con le sue asperità, rotola tra le onde della vita e si avviluppa e ammorbidisce in una forma che, alla fine sarà tutta sua e solo sua, simile a quella di nessun altro perché non solo ognuno è un individuo a sé stante, ma anche le vicende vissute sono diverse per ognuno, per cui alla fine, ci si trova ad essere preziosi, dissimili, unici, ‘lavorati ’ dalle asperità dell’esistenza che avremo conosciuto.
Verso la fine del film Homer tornerà al vecchio istituto. Morto il suo mentore, sarà lui a prenderne il posto. Per far felice uno dei bimbi, gli regalerà il coccio di vetro che teneva con sé …  l’Amore é sempre un dono e, in quanto tale, non ha prezzo …

7 commenti:

  1. "Come ci si sente a essere per conto proprio, senza sapere dove andare, una completa sconosciuta, come una pietra che rotola". "Like a rolling stones" cantava Bob Dylan e hai ragione quando dici che noi siamo come un coccio di vetro smussato e forse ci fa piacere vivere così; nessuna asperità, finalmente tutto liscio tranquillo, nessun problema; quella che tutto sommato era la vita di Holmer e che lui ingenuamente credeva fosse il massimo della felicità: poi all'improvviso ecco l'amore, la punta di un coccio di vetro che si mette di traverso e che lo costringe a cambiare; comportamenti a lui sconosciuti, felicità che non vuole dividere con nessuno. E a questo punto mi fermo perché il film non l'ho visto ma se è vero quanto dici alla fine e cioè che l'amore è un dono e in quanto tale non ha prezzo, è altrettanto vero che un coccio di vetro bello e levigato , può avere bisogno di rotolare ancora per molto nel fondo del mare: "Like a rolling stones", appunto.

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  2. Più il coccio rotola e più si abbellisce e poi, la forma rotonda rotola via, non si ferma, non si blocca, continua a muoversi, vive...il film é davvero molto bello anche perché affronta con delicatezza una tematica molto scottante come quella dell'aborto. Io sono antiabortista convinta, tanto che, quando ero incinta, non feci nemmeno un esame allora ritenuto necessario, perché c'era una pur minima probabilità che lo stesso procurasse un aborto. Ma io ero sposata, avevo l'età giusta e i figli li volevo...tutte condizioni che non sempre stanno insieme...nel film ce n'é una di davvero pesante al riguardo e che fa riflettere, davvero, tantissimo.
    Per quanto riguarda il prezzo dell'Amore, quello vero lo si riconosce perché non ha nemmeno il cartellino:-))))

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  3. Sono d'accordo con te che il coccio più rotola, più si leviga ma può anche succedere che un asperità del terreno lo faccia ritornare spigoloso. Era questo il senso del discorso che volevo fare, la tranquilla monotonia della vita che conduceva prima di conoscere quella donna, era il coccio smussato, poi è arrivato l'imprevisto e ha dovuto ricominciare d'accapo; questo, ovvio con la cognizione che mi sono fatto del film dalle tue parole. Per quanto riguarda l'aborto, sono un fautore dello stesso, inteso non come pratica anticoncezionale ma come diritto di una donna a decidere in casi estremi cosa fare di un qualcosa che non è suo, magari ottenuto con la violenza o sapendo che la vita del nascituro può essere segnata da gravi malformazioni. Ovvio che non posso essere dentro l'animo di una donna o madre come preferisci, per poter parlarne a pieno titolo. Vale però la pena ricordare che da quando è entrata in vigore quella che viene chiamata la famigerata legge 194, gli aborti sono diminuiti notevolmente come pure le morti di donne che prima si affidavano agli spilloni delle "mammane", e di questo nessun abortista parla mai. L'amore, poi, quello con la "A" maiuscola, viene regolarmente bistrattato, sia dagli uomini che dalle donne che lo trattano in modo superficiale, tranne quando capita a loro stessi e ne pagano le conseguenze, senza appunto guardare il cartellino con il prezzo.

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  4. Le asperità del terreno lo possono incastrare, ma il coccio ritorna 'aspro' solo se é preso e buttato, finché si spacca. Cioé si riconquistano certe asperità solo se succede qualcosa di veramente eccezionale. A Homer mancava qualcosa, ma l'ha capito solo quando é entrata questa donna nella sua vita, poi, ha ricominciato a 'rotolare' e adeguarsi alla nuova vita...che dal punto di vista medico é meglio che l'aborto sia legalizzato é ben meglio, perché si evitano i problemi di cui parli e perché un comportamento diverso sarebbe come un 'mettere la testa sotto la sabbia'... allungandosi sullo stesso tema, anche le vecchie 'case chiuse' fornirebbero uno straccio di decenza a problemi ben pesanti che continuamo a trascinarci da secoli, con codazzo di malattie, racket, omicidi ecc.ecc.
    Per l'Amore cosa vuoi, c'é chi lo evita perché ne ha paura, c'é chi lo cerca ma non lo trova...le cose che non si vendono né si comprano si fa sempre fatica a individuarle:-))))

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