lunedì 3 settembre 2012

ALLE PORTE DEL CIELO


Una porta si apre, poi si chiude, e un'altra vita se n'é andata. Nel giro di pochi giorni, in mezzo al traffico delle anime dei 'trapassati' troviamo un uomo che per protesta si era dato fuoco davanti ai palazzi della politica, una tranquilla coppia di negozianti, trucidati senza pietà  in una quieta cittadina di mare, mentre é solo di oggi, invece, l'ultimo saluto al cardinale Carlo Maria Martini, da poco mancato a causa di un male incurabile e che, alla faccia di molti benpensanti di un certo cattolicesimo bigotto, aveva rifiutato l'accanimento terapeutico.
Tanti i modi di morire. Non si può scegliere. Credo che questo non si possa dire nemmeno di qualcuno che decide per il gesto estremo, il suicidio. Ho avuto, tra i miei conoscenti, più di una persona che ha scelto questo tipo di 'addio alla vita' se così lo vogliamo chiamare. Se qualcuno li avesse conosciuti credo che, come me, non avrebbe mai e poi mai pensato che proprio queste persone avrebbero fatto quel tipo di scelta.
Trovo che sia sempre il solito Caso, o caos o destino che ci conducono come in un imbuto, in una determinata situazione piuttosto che in un'altra.
Mi dispiace per quell'uomo che si é dato fuoco per far riflettere i politici: i politici non riflettono su certi accadimenti, loro vanno, semplicemente, avanti per la loro strada, e a quell'uomo, la vita, non la renderà nessuno: l'avrà semplicemente buttata.
Mi dispiace per quella coppia di negozianti. Visto che io frequento da anni Lignano, sono andata spesso nel loro negozio. Ci andavo per curiosare e per far sorridere gli amici. Ci vendevano tante di quelle stupidaggini che non avrei mai comperato, come i cani finti che sembra che dormano, magliette con le scritte stupide o divertenti, e poi ancora cavatappi, pile, grattugie e casalinghi del 1800 (così almeno li definisco io, visto che erano davvero banali e visti da decenni), scimitarre e coltelli di dimensioni spropositate e poi si, c'era anche un frate di plastica che, appena gli schiacciavi la testa faceva spuntare un cosino tutto rosa dalla tunica.
Che male avranno fatto per meritare una fine così atroce? Difficile dirlo, ma l'efferatezza credo racchiuda o la pazzia o la rabbia...
Mi dispiace per il cardinale. L'avrei visto volentieri come Papa. Lo trovavo misurato, garbato, elegante, attento, sicuramente erudito ai massimi livelli; si tratta di sensazioni e poco altro, comunque, visto che non é che seguo la storia dei potentati della Chiesa, ma questo é quello che sentivo nei suoi confronti quando lo vedevo e lo sentivo parlare in TV. Ne ho poi avuto la conferma ieri, quando hanno parlato di lui che, sebbene sia stato effettivamente vicinissimo ad essere eletto Papa, ci rinunciò e divenne a sua volta elettore di Ratzinger, essendosi convinto che costui fosse più adatto di lui, come Papa, in quel determinato momento storico. Notevole anche il suo coraggio nell'evitare l'accanimento terapeutico; secondo me questo lo può decidere solo un uomo di Chiesa che abbia rispetto più per la Vita che per i Dogmi, e questo fatto la dice lunga sul personaggio, sicuramente un 'grande'.
 
Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace....altro non posso dire e nulla posso fare. Le chievi del destino di ognuno di noi sono in mano a Qualcun altro..noi ne abbiamo solo una copia, di plastica, stampata maluccio, che tante volte si spezza e altre volte non funziona proprio per niente.... 

3 commenti:

  1. La morte come è stato ampiamente dimostrato, non solo non guarda in faccia nessuno, uomo qualunque o cardinale che sia come nel nostro caso ma si prende pure la briga di scherzarci sopra. Può bussare due, tre volte per darci un'avvertimento o andare pesante un'unica volta senza lasciare scampo. Per chi decide per il suicidio, il discorso è complesso e non può essere affrontato con poche righe. Bisogna tenere presente che una persona, quando ha deciso di compiere quel gesto,si è convinta che la sua vita materiale/terrena non vale più niente. Inconsciamente va alla ricerca di qualcosa che non trova più attorno a se nella quotidianità giornaliera e che spera di trovare con la morte. Non è un pazzo, vuole andare oltre il suo stato confusionale e quando cessa la confusione che ha in testa, diventa lucido, tanto da uccidersi.
    Diverso invece è il discorso per chi viene ammazzato, di solito da gente che non riesce a stabilire una diversificazione, tra vita e denaro. Preferisce il secondo perché gli da tutto e subito, quello che muore è solo uno stupido che pensava di godersi la sua ricchezza alla faccia di tutti. E, questa purtroppo è una situazione che sarà destinata ad crescere nel tempo, vista la società che ci ritroviamo. I politici si sa parlano solo quando non serve più, non agiscono quando è necessario. Se poi il beneficiario della sventura è un povero cristo che cercava di vivere la sua vita senza rompere le scatole a nessuno; un giorno, due di parole al vento e poi...ciao! Comunque è vero che le chiavi del destino sono in mano a qualcun altro ma è altrettanto vero che, nel nostro piccolo mondo quotidiano, qualcosa possiamo fare per modificarle, senza arroganza ma con la convinzione che almeno la vita terrena può essere cambiata in meglio, poi accetteremo quello che capita. Ci sarà chi, come me, è curioso di vedere cosa ci sarà in un'altra dimensione e chi invece partirà convinto di sapere in anticipo cosa troverà sul piatto, magari subendo a posteriori una profonda delusione. Non è dato sapere quale delle due domande sia giusta o sbagliata, finora nessuno è mai tornato indietro a spiegarcelo.

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  2. Per come sono fatta io, non ho nemmeno la voglia di trovare il tempo per elaborare supposizioni sulle quali non ci sono dati di nessun tipo su cui 'lavorare'...di quello che sarà 'dopo', poco m'importa. La Fede tuttavia a volte mi dice che sarò libera di esprimermi al meglio e che solo il meglio di me, come anche di chiunque altro, esisterà....
    E er quanto riguarda il Destino, credo bsigni essere sufficientemente subdoli per tentare di cambiare noi stessi se non riusciamo a cambiare 'isso':-)))) tutto qui, molto semplicemente!

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  3. Le supposizioni, proprio perché tali, non offrono certo spazio a elaborazioni pratiche ma possono aiutare a tenere la mente sufficientemente elastica, su quello che sarà il dopo. Poi, bisognerebbe aprire un capitolo su cosa si intende per Fede, sostegno alla religione corrente o rapporto che una persona ha con il suo trascendente. Sicuramente il rapporto con la religione, cessa con la morte anche perché è strettamente pagano nei suoi riti quotidiani, il trascendente offre molto più spazio e libertà per esprimere lo spirito che è dentro di noi e che a volte evitiamo di considerare. Il destino, infine, è ovvio che ogni uno si crea quello che ha sempre più desiderato ma è altrettanto vero che a posteriori, molte persone si chiedono perché e a cosa è servito arrivare a tanto per continuare a essere infelici.
    Il solito discorso dell'equilibrio.
    :-))))

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