giovedì 20 dicembre 2012

IL PALCO

La sorridente giovane signora che vedete qui col microfono in mano si chiama ANTONELLA MUSARDO, parrucchiere, mamma e scrittrice per 'passione'.
La conobbi qualche anno fa quando anche lei teneva un blog su Splinder, la piattaforma (che brutto nome, mi sembra di essere una pompa che drena petrolio nel mare del Nord!) che mi ospitava prima di Blogger.com.
Siamo diverse per età (lei é molto più giovane di me, credo di 15 anni circa), per cultura, per estrazione sociale e per provenienza (lei é salentina, io veneta), eppure...ci siamo capite fin dal primo istante. Antonella ha, dalla sua, una grande dose di umanità e uno spirito di osservazione profondo, attento e curioso; sono entrambe caratteristiche abbastanza rare che tuttavia si mescolano alla perfezione con le mie. Quando le dicevo, molto tempo fa, "ma perché non pubblichi quello che scrivi?" lei nicchiava, aveva paura di tante cose. Eppure io vedevo che i contenuti c'erano, eccome se c'erano.
Ma cosa racconta Antonella? Racconta quello che tutti sanno ma che nessuno dice al di fuori di un certo luogo. Quel luogo é il salone di una parrucchiera da donna. Commenti di ogni genere, specie sugli uomini (poveretti, se certi mariti sapessero cosa dicono di loro le beneamate mogli!), sulle suocere, sulla vita di famiglia. Strafalcioni, corna, rimbrotti, scuse inesistenti, palle di ogni genere... insomma, per Antonella ogni motivo é buono per far ridere ma anche per far riflettere. Lei raccoglie quello che 'si dice' e ce lo mette lì, per benino, come se fosse un pasticcino colorato da piluzzicare per dare un calcio ai quotidiani casini della vita.
 
Sono tutti quei discorsi che solitamente si qualificano come 'pettegolezzi', banalità inutili della vita, e invece...invece sotto c'é tanto perché come diceva il Cristo 'la bocca parla per la sovrabbondanza del cuore' e allora se si parla, e anche se si dice una scemenza, vuol dire che quella scemenza é partorita da un modo di pensare, da una situazione, da una casualità che ha tuttavia delle origini che é inutile negare.
E poi c'é una femminilità prepotente che fuoriesce dalle pagine di Antonella. Dalla parrucchiera ogni donna va per essere più carina, ma per chi va a fare questo 'sforzo' spesso costoso e che talvolta non é nemmeno sufficiente a placare certe sue ansie di apparire? Ci  va per piacersi e per piacere al proprio uomo o a tanti uomini (quello dipende da come é fatta la donna, questo si sa...c'é chi non guarda per il sottile). Insomma, é un libro che meritava di vedere la luce e di essere conosciuto.
Ricordo che suggerii anche ad Antonella di farne fare delle rappresentazioni teatrali. Come vedete dalla foto, fatta pochi giorni fa durante la serata della presentazione presso il Teatro Domenico Modugno di Aradeo (Lecce), ci sono delle bimbe con i bigodini in testa; le stesse hanno interpretato alcune situazioni e mi piace anche solo immaginare con quale spirito e con quanto sano sorriso siano state colte dal pubblico le parole da adulti messe in bocca ai piccoli.
Insomma, la mia cara amica Antonella ha fatto bene a fare quello che ha fatto e io sono stra-felice di averla incoraggiata nella sua impresa.
Un solo breve accenno al 'palco' che aveva paura di affrontare. Le ho detto di iniziare il discorso dando la colpa a me (che tanto non c'ero!) e poi di andare tranquilla, che tanto dal palco non si vedono le facce di chi ti guarda: basta essere sinceri e tutto va a meraviglia! E così é stato, tant'é che il giorno dopo mi ha detto che é stata felicissima di come sono andate le cose.
Le auguro ogni bene, se lo merita! E pensare che non ci siamo mai incontrate, ma l'amicizia conta, eccome, anche se nasce tra le videate di un computer e le chiamate (rare, nel nostro caso)da un cell!
P.S.: nella sua grande ironia Antonella vuol essere chiamata con uno strano nome che ha inventato lei, a metà tra parrucchiera e scrittrice: SCRITTURIERA:-))))....ha anche un soprannome, LA GGINA (con 2G, proprio così, non é un errore)! Se non c'era bisognava inventarla!

5 commenti:

  1. Quando una persona scrive è sempre una bella cosa anche perché esprime quello che a parole, magari si fa fatica a dire. Poi, può essere che la paura del pubblico, della gente che viene a vedere la tua prima apparizione, faccia venire la tremarella ma questo è sinonimo di semplicità. Magari il pubblico si aspetta uno/a showman e rimane deluso ma non capisce che la spontaneità nata nella sua opera, è una continuazione di lei stessa. Comunque pur non conoscendola, le faccio i miei migliori auguri: che continui.

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    1. che belle parole, grazie... spero anche io di continuare... :)

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  2. scrittrice per passione, che bella definizione Annalisa, grazie... grazie di tutto, per i tuoi incoraggiamenti, per il tuo aiuto, per questo post, grazie... spero un giorno di poterti abbracciare forte... e magari farti anche una mesa in piega ;)... comunque è stata una grandissima serata quella, ah che emozioni!!!!!!!!!... tremavo, volevo andar via, ma poi il teatro strapieno, gli applausi, il pubblico... mi sono scoperta un po' cabarettista rispondendo alle domande che quasi mi dispiaceva scendere da quel palco... grazie di tutto tesoro mio

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