lunedì 1 aprile 2013

UOMINI ANNI '70

Sicuramente strafottente, sicuramente impertinente, FRANCO CALIFANO è stato un personaggio che, a lungo, non è stato nelle mie corde. Poi, come sempre, quando qualcuno scompare ti viene da chiederti qualcosa su quella persona. O almeno, io spesso faccio così. Specie per gente come lui che ha avuto anni di grande successo, mi chiedo come abbiano fatto a confrontarsi con un'età, la vecchiaia, che penso proprio non abbia fatto parte nemmeno per un solo istante di quello che era stato, da sempre, il loro modo di vivere. Troppo spirito, troppa foga, troppa voglia di darsi 'a mille' in ogni istante. ... e come avranno mai fatto, mi chiedo, a sostenere l'inesorabilità del declino fisico e gli alti e bassi della carriera e del destino?
Con quella faccia scanzonata lo vedo molto simile a una versione italianissima e casereccia di J. P. Belmondo...donne, arte, soldi che vanno e vengono, fiumi di gente, strisce di polvere bianca a fare compagnia nei momenti no. Io lo immagino così.
Circa 40 anni fa, quando ero bambina e poi adolescente, se vado a fondo nel mio modo di sentire di allora, non posso fare a meno di notare che ce n'erano veramente molti di personaggi che erano come 'stampati' secondo questo stile. Uomini 'anni'70', come li chiamo io. Avevano una caratteristica che non ho mai visto negli uomini che, essendo di un'altra generazione, hanno accompagnato la mia vita e i miei ricordi come donna. A differenza dei miei coetanei, questi UOMINI ANNI '70 erano pieni di vita e con molti meno dubbi. Non so se mi sbaglio, magari questa è solo una mia sensazione, probabilmente nata dal fatto che io allora ero solo una bambina mentre loro erano nel loro pieno vigore, ma mi ha sempre dato l'idea che questi uomini fossero più consci del loro ruolo, e allo stesso tempo più pronti a farsene carico, nel bene e nel male. Gli uomini della mia generazione spesso 'subiscono' il loro ruolo, piuttosto che viverlo, quasi come se fosse una costrizione, un obbligo che li allontana da...da che cosa? Dalla libertà? Libertà di diventare chi? Libertà di vivere come? Non so rispondere a queste domande. Mi piacerebbe sentire cosa ne pensano loro. Credo purtroppo che molta parte di colpa sia anche di un buon numero di noi donne che ama vivere il proprio ruolo soggiogando l'uomo, con scarso rispetto, bensì semmai con la volontà di appropriarsi dell'altro unicamente per farne oggetto del proprio uso e consumo, per sesso e soldi & bella vita in primis.
Ma forse gli uomini come Franco Califano, essendo artisti, hanno vissuto prima questo scossone, questa perdita di valori che ora, più che mai ha pervaso la nostra triste realtà in tutti i campi.
Non sapevo che fosse l'autore di Minuetto, canzona resa famosissima da una splendida Mia Martini...se sono sue quelle parole, allora anche lui viveva già, intensamente e con largo anticipo, l'amarezza dei nostri giorni. Se poi questo non bastasse, basta ricordare il famoso refrain di TUTTO IL RESTO E' NOIA, quando dice 'non ho detto GIOIA, ho detto NOIA, NOIA, NOIA' , parole amare di un testo ancora più amaro dove il protagonista  prova a fare di tutto per sostenere il 'protocollo' che esige una storia d'amore, ma ben presto si accorge che ogni suo sforzo è vano, probabilmente perché (e qui torno al testo di Minuetto) 'Io non so l'Amore vero che sorriso ha...'

3 commenti:

  1. Gli uomini a cui ti riferisci, ovvero anni 70, appartengono a quel tipo di individui che hanno fatto della bella vita la loro ragione d'essere. Purtroppo l'hanno mutuata dal jet.set internazionale a che a quei tempi contava teste coronate e miliardari, quasi infastiditi a comparire sui rotocalchi rosa. Tutti gli altri comprese le attricette e le comparse di seconda categoria cercavano solo visibilità. Gli uomini anni 70 erano la stessa identica cosa, bisognava far vedere che ci si poteva permettere la bella vita, annoiata, insulsa, priva di intelligenza, quella che dal 70 in poi ha dominato la scena italiana nelle discoteche e nel gossip, fino adesso. Non a caso il vero jet-set rifugge tuttora da quel mondo costruito sulla sabbia, preferiscono ritrovarsi tra pochi nella loro casta. A quelli che rimangono fuori, resta solo l'illusione di farvi parte o di far vedere che magari con una piccola apparizione televisiva ci si degna a parlare anche di loro. Califano ha costruito la sua "fortuna" più sulle chiacchiere e i suoi eccessi che non con le sue canzoni che francamente non mi sono mai piaciute, oltre ad avere una scarsa voce era un personaggio che mi era cordialmente antipatico. Dico cordialmente perché, come succede, di fronte alla morte ci vuole quel minimo di rispetto dovuto a tutti.

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  2. Casta o non casta i giornali, da quando esistono, hanno sempre avuto la necessità di riempire le loro pagine, e di chi ci si <è trovato per forza o per merito a me poco importa. io dico semplicemente che ho conosciuto benissimo degli uomini che erano esattamente così. C'erano un paio di rappresentanti della ditta di mio padre che, anche per via che lavoravano spesso all'estero, hanno avuto vite rocambolesche: donne, auto, nottate in discoteca e pure (uno dei due) qualche giorno di asilo forzato presso le carceri algerine. Ma erano così, arrivava prima la loro voce e dopo arrivavano loro...Penso che ognuno di noi sia il frutto, in buona parte, del suo periodo storico; ecco anche perché se osservi le tue tematiche e le mie, sono diverse...quello che mi piacerebbe analizzare è il perché di queste evoluzioni...credo sia davvero molto, ma molto interessante!

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  3. Sicuramente il periodo storico in cui una persona è nata e vissuta, influisce nel suo vivere futuro. Come te ho passato anch'io alcuni anni in collegio, il mio carattere ribelle non aveva dato altre possibilità a mia madre. Poi ho fatto il mestiere di rappresentante, non all'estero come quelli che lavoravano per tuo padre ma in giro per il Veneto. Ovvio che se ritornassi indietro non farei mai più un lavoro del genere; se avessi dato libero sfogo alle mie vere volontà, chissà come sarebbe stata la mia vita; purtroppo con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Le evoluzioni di cui tu parli, non sono altro che il frutto della maturazione di una persona, quando vede che la sua vita, quella che ha impostato da giovane, spesso seguendo i consigli interessati degli adulti lo ha portato all'insoddisfazione nei suoi rapporti con gli altri, nei suoi rapporti con se stesso, nel piacere di vivere, scoprendo magari, che i soldi che ha accumulato, non gli
    hanno portato la felicità tanto sperata. A questo punto la persona ha due strade, o decide per un cambiamento radicale, fregandosene di tutto e di tutti, o va in depressione e non ne esce più, con tutte le conseguenze negative del caso. Se è una persona intelligente e razionale decide di fare quello che magari voleva fare da giovane ma gli era stato precluso, con dei robusti innesti di maturità che lo porterà a non commettere errori facilmente fattibili nella gioventù, liberandosi, finalmente di tutte le tossine che ha accumulato negli anni e rendendosi conto che la vita è bella anche osservando la natura, gli animali, le tante cose che l'uomo sa fare e che non vengono mai prese in considerazione.

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