sabato 13 aprile 2013

SINISTRA? GRAZIE NO!

Come dicevo poco tempo fa durante una delle mie ultime presentazioni del mio romanzo BUCCE D'ACINO, ognuno di noi è come una pianta. Cresce in un determinato terreno (la famiglia, la condizione sociale, gli amici, la scuola) e, di conseguenza, avrà un suo modo di formarsi nei confronti della vita che non dico sia già stabilito, ma che molto significherà nel suo divenire.
C'è poco da fare, ho un padre che si è fatto dal nulla e che, nei decenni, ha dato da lavorare a tantissime persone. Quando ero bambina ricordo che mi dissero che, durante una riunione con i sindacati (penso fosse il '69 o il '70), visto che non riusciva a far intendere le sue ragioni, diede un pugno talmente forte sulla scrivania che ruppe il cristallo. Molti anni sono passati e molte condizioni sono passate. Io sono andata a vivere altrove rinunciando ai privilegi che potevo avere con 'l'ombrello' di una determinata famiglia perché mi sentivo soffocare (ma qui la colpa è un po' di tutto il contorno). Ma lasciamo stare le mie diatribe personali...mio padre, anzi, è stato ed è un padre amatissimo, nonostante le asperità del suo carattere. Ho un solo fratello 'di sangue' ma in realtà giudico di avere moltissimi altri 'fratelli' nelle persone che mio padre ha aiutato a crescere dando loro la possibilità di lavorare. Molti di questi tuttora mi dicono, concordi, che sebbene siano stati più volte rimproverati se non facevano bene il loro lavoro, amano tuttavia mio padre in quanto ha dimostrato loro una grande dedizione e una profonda umanità. Ne so ben io qualcosa, visto che, pur di lottare sempre per il suo sogno, la sua fabbrica e la sua gente, mio padre è stato spessissimo lontano dalla famiglia. Ma non me ne faccio un cruccio....ora mi sento partecipe di una famiglia 'allargata' e, da bambina, manco mi accorgevo che potessero esserci altre situazioni per il semplice motivo che, a casa mia, era sempre andata così: il papà si vedeva poco e basta.
Tutto questo lungo incipit per arrivare a dire che, dovendo parlare dell'attuale pantano politico italiano, mi 'scappa' di dire che non ce la faccio a sentire le parole di un Bersani che, nascondendosi dietro a un dito, usa un parlare più adatto a un circolo per pensionati che non a della gente intelligente ed esausta della situazione politica italiana. Lo diceva anche Papa Francesco: le ideologie non devono diventare più importanti dell'Uomo. E qui invece si continua a non affrontare di petto la situazione perché? Perché si vuole continuare a fare i 'puri e duri'...ma a che pro, dico io?
Se c'è un sinonimo di intelligenza, credo sia quello della adattabilità. Che non è quello che ora chiamano 'inciucio'; questa odiosa parola credo sia stata coniata da Di Pietro (che grazie  e Dio se n'è uscito dal panorama politico nazionale). Con questa stramaledetta parola si impedisce qualsiasi forma di dialogo, necessario più che mai.
Ironia della sorte, quando me ne venni via da casa e mi sposai, giunsi in quel di Reggio Emilia. Gran città, dove sto bene per i servizi, la pulizia e quant'altro, ma molta gente qui è fatta, coniata, sullo stampo di Bersani. Non cambiano e non cambieranno mai idea. Sono passati gli anni ma qui siamo ancora ai tempi di Peppone e Don Camillo, con la sola differenza che all'umanità di allora, che alla fine accomunava tutti in un solido 'volersi bene', ora c'è l'indifferenza, il pressapochismo, il 'parlare per sentito dire' e, quel che è peggio, la mancanza di distinzione tra l'ideologia politica e il personaggio politico.
Diceva giustamente l'economista Sapelli alla Tv pochi giorni fa. Sono 20 anni che in Italia non si fa vera politica, si pensa a darsi delle legnate l'uno contro l'altro, bypassando quelli che sono i veri problemi della gente. 
Ok, Berlusconi non è un santo, ma di economia ci capisce alla grande;  Bersani cerca di mantenere uno scettro che gli è stato dato dalla vecchia guardia solo perché i più giovani hanno preferito dormire piuttosto che andare a votare per Renzi alle primarie. Grillo, una volta fuori dalle piazze, non sa se fare il guru o il despota, ma mi sa che gli riescono bene tutte e due le cose, ma anche questa non è politica....l'umiltà e lo spirito di collaborazione, come sempre, credo siano alla base di ogni buona scelta, ma ahimè, dopo l'ascesa di Papa Bergoglio la bianca colomba ha deciso di lasciare Roma con troppa fretta lasciandoci in una maleodorante palude....si richiedono aiuti dall'Alto!  

3 commenti:

  1. L'ironia della sorte è che si continua a parlare di destra e sinistra come se ci fossero ancora i problemi ideologici di 30 anni fa; problemi che non ho mai avuto, pur essendo sempre stato vicino alla sinistra, visto che la cultura dell vecchia Democrazia Cristiana assomigliava molto alla confessione del sabato. Giudico quindi ormai superate queste diatribe politiche, visto che per me vale un solo concetto fondamentale ovvero la cultura intesa come essenza della società; Hai ragione quando dici che Grillo di nuovo non ha nulla tranne la stupidità di chi vuole apparire a tutti i costi e che Bersani rappresenta la vecchia politica ma fare il tiro a bersaglio contro di lui, significa convalidare ancora una volta le idee e la politica di Berlusconi che a parere mio e di molti altri, ha rovinato l'Italia, con il suo stile di vita che ha influenzato due o tre generazioni, svuotando letteralmente il cervello ai giovani e che economicamente, non capisce proprio nulla, tranne che i suoi personali interessi raggiunti nella stragrande maggioranza dei casi con metodi molto discutibili (Le scene penose a livello internazionale cui abbiamo dovuto assistere ne sono un fulgido esempio). Partendo dal presupposto che viviamo in una società di tipo capitalistico (e sul capitalismo non ho nulla da dire anche se vorrei tanto che ci fossero ancora i capitalisti di una volta, quelli che si prendevano cura dell'azienda che avevano creato e non gli attuali che giocano in borsa e che se tutto va male vendono al migliore offerente), la società che io vedrei volentieri, dovrebbe essere formata da gente (politici o no) che si preoccupa dei bisogni della gente, della possibilità di accedere allo studio, di promuovere la cultura in ogni sua forma, di impedire intromissioni più o meno religiose, visto che la religione dovrebbe essere intesa più come rapporto che ogni uno ha con il suo trascendente che come fondamento di ordine legislativo; quindi diritti umani, civili libertà assoluta di scelte e via dicendo. Purtroppo ormai si è diffusa una cultura del tipo: "arraffa più che puoi che quando hai il portafoglio pieno sei al sicuro e degli altri non ti deve fregare nulla ovvero l'impunibilità è garantita". Cultura inculcata da anni di tangenti, concussioni, vessazioni sul territorio con carte false per fare anche quello che moralmente avrebbe dovuto essere riprovevole e dentro ci metto tutti naturalmente anche perché chi non lo ha fatto rientra nella categoria dei "fessi" che non hanno capito niente della vita. Le battaglie che ho fatto da giovane con il nobile intento di cercare di cambiare una società che giudicavo malata, non sono servite a nulla, il sistema, aveva e ha la capacità di fagocitare tutto e tutti a suo uso e consumo. mi permetterai, quindi di dire che a 64 anni, non ho più velleità di lottare contro i mulini a vento come un vecchio e inguaribile sognatore alla Don Chisciotte. Mi permetterai però di rimanere coerente fino alla fine con i miei principi, condivisibili o meno; in fondo sono solo dei principi mutuati da filosofi di fine 800 che ho avuto il piacere di leggere in gioventù, la cui filosofia si può riassumere con un unico aforisma: "La felicità va ricercata sempre dentro di noi e non in ciò che ci circonda perché nessun uomo può dire a un altro uomo cosa deve fare per essere felice". Se tutti osservassero questi due fondamentali principi, sono sicuro che non servirebbero nemmeno governi eletti per governare chi già sarebbe in grado di governarsi da solo ma questo succederà, forse e solo, quando faremo parte di quella grande famiglia cosmica che ci guarda da lontano e ride di gusto delle nostre fesserie.

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  2. Già, sono pienamente d'accordo con te. La felicità va ricercata in noi stessi. Purtroppo la stragrande maggioranza delle persone giudica che il loro bene consista principalmente nel 'vampirizzare' l'altro o comunque ciò che è fuori di noi. E, da qui, l'intolleranza e l'insofferenza verso tutto e tutti, che talvolta poi, purtroppo, si concretizza anche nell'eliminazione fisica dell'altra persona o comunque nel suo pestaggio a livello morale. Con le persone è così, con gli animali, con la natura stessa. Un po' più di attenzione e d'amore avrebbero creato molta più serenità e meno mostri....

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  3. Non solo amore e attenzione ma consapevolezza che una volta distrutto tutto, non possiamo mettere in forno una pentola di soldi e mangiare quelli, brucerebbero prima e moriremmo di fame.

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