mercoledì 27 novembre 2013

OLIO & ZUCCHERO

“Lassame star che go da far!”
Il piccolo Luca si rannicchiò sulla sua poltroncina preferita schiacciando nervosamente i tasti della playstation.
La voce della mamma gli diventava estremamente antipatica quando udiva queste parole. Non capiva perché anche la sera fosse sempre tanto impegnata: i piatti da mettere nella lavastoviglie, i panni da infilare nella lavatrice, le briciole da tirar via dal pavimento…
Uffa! C’era sempre qualcosa tra lui e la mamma. Qualcosa che Luca non capiva ma che non gli piaceva.
Allora andava a tirare il polsino della camicia di papà, ma questi, dopo avergli rifilato una bella grattatina nei capelli, poi però tornava  immancabilmente a smanettare  col telecomando della tv.
C’era sempre qualcosa tra lui e il papà. Qualcosa che Luca non capiva ma che non gli piaceva.
Una volta lo zio Gigi, che abitava in campagna, gli aveva regalato un bel micio, ma  l’esserino peloso, colpevole di essersi rifatto le unghie sul divano, fu ben presto allontanato. A Luca si strinse il cuore quando gli ordinarono di preparare una scatolina da scarpe con uno straccetto dentro per poterlo far stare comodo durante il breve tragitto tra casa sua e quella dello zio, ma tant’é…. Quando la mamma aveva deciso c’era poco da fare. Lo zio, quando arrivò, fu di poche parole. Aprì l’ampio giubbotto che indossava e fece in modo di farci stare dentro scatola e micio, poi, prima di andarsene,  fece l’occhiolino al piccolo Luca, da dietro a uno strano paio di occhialetti rotondi che il bimbo non ricordava di avergli mai visto indossare prima.
C’era sicuramente qualcosa tra lui e lo zio. Qualcosa che Luca non capiva ma che gli piaceva.
Mancavano solo pochi giorni al Natale.
Luca era stato in giro tutto il pomeriggio. Finito il doposcuola era passato con la mamma al centro commerciale.
“Devi ricordarti di scrivere la letterina  a Babbo Natale!” gli aveva detto la mamma mentre il piccolo  indugiava, come tutti gli altri bambini, di fronte alla vetrina del negozio di giocattoli. Poi  la mamma aveva incontrato un’amica e così Luca aveva avuto ancora più tempo per starsene lì a guardare e a immaginare cosa mai avrebbe potuto chiedere a questo benedetto Babbo Natale. In verità, ora che era alle elementari non ci credeva più da un pezzo, ma è ovvio che, come tutti i suoi amici ‘faceva finta’ che fosse tutto vero. Mentre aspettava  che la mamma finisse le sue chiacchiere, vide uscire lo zio Gino dal negozio di giocattoli. L’uomo si accorse di loro e, visto che il piccolo Luca sembrava parecchio annoiato, mentre le due donne chiacchieravano decise di accompagnarlo al bar dove gli offrì una bella ciambella. Anche lo zio se ne mangiò un paio e si sporcò pure le mani e la faccia di olio e zucchero. Che goloso pasticcione!
In effetti la sua pancia era aumentata di un bel po’ dall’ultima volta che l’aveva visto.
Luca pensò che a volte le persone cambiano davvero in fretta. 
La sera si impegnò a scrivere la sua bella letterina per Babbo Natale, ma non si sentiva tanto ispirato. Gli venne da dire semplicemente questo:
“ Caro Babbo Natale, quest’anno non so proprio cosa chiederti. So solo che sono stanco dei soliti giocattoli e che mi sento un po’ triste! Pensaci tu! Ciao! Luca”
Assieme alla firma c’era rimasto un po’ di unto sulla lettera. Mentre pensava e scriveva, Luca aveva finito un pezzetto della ciambella che gli era rimasto in tasca dal pomeriggio.
Quella stessa sera, un po’ più tardi, lo zio Gigi passò a salutare. Disse che non sarebbe stato con loro per Natale; doveva assolutamente fare un viaggio al quale teneva moltissimo e per il quale aveva trovato un  imperdibile ‘last minute’ .
Finita la breve visita, Luca e la mamma lo accompagnarono alla porta. Mentre lo vide salire in macchina Luca avrebbe potuto giurare che le scarpe che indossava, così nere e lucide, non gliele aveva mai viste indosso prima d’ora.
A Natale, quando Luca si svegliò, trovò mamma  e papà che lo fissavano, accanto al letto. Avevano entrambi un sorriso dolce e malinconico, uguale a quello di quella volta che era stato in ospedale. Ai piedi del letto, un grazioso gattino  dormiva beatamente in un cestino di vimini, tra fogli di carta leggera e colorata, un po’ unta e sporca di zucchero….    

Favola scritta tra il 25 e il 27 novembre 2013
In pubblicazione sulla rivista 'La Piazza', a cura di Roberta Pasqualetto



Nessun commento:

Posta un commento