“Lassame star che go da far!”
Il piccolo Luca si rannicchiò
sulla sua poltroncina preferita schiacciando nervosamente i tasti della
playstation.
La voce della mamma gli diventava
estremamente antipatica quando udiva queste parole. Non capiva perché anche la
sera fosse sempre tanto impegnata: i piatti da mettere nella lavastoviglie, i
panni da infilare nella lavatrice, le briciole da tirar via dal pavimento…
Uffa! C’era sempre qualcosa tra
lui e la mamma. Qualcosa che Luca non capiva ma che non gli piaceva.
Allora andava a tirare il polsino
della camicia di papà, ma questi, dopo avergli rifilato una bella grattatina
nei capelli, poi però tornava immancabilmente
a smanettare col telecomando della tv.
C’era sempre qualcosa tra lui e il
papà. Qualcosa che Luca non capiva ma che non gli piaceva.
Una volta lo zio Gigi, che
abitava in campagna, gli aveva regalato un bel micio, ma l’esserino peloso, colpevole di essersi
rifatto le unghie sul divano, fu ben presto allontanato. A Luca si strinse il
cuore quando gli ordinarono di preparare una scatolina da scarpe con uno
straccetto dentro per poterlo far stare comodo durante il breve tragitto tra
casa sua e quella dello zio, ma tant’é…. Quando la mamma aveva deciso c’era
poco da fare. Lo zio, quando arrivò, fu di poche parole. Aprì l’ampio giubbotto
che indossava e fece in modo di farci stare dentro scatola e micio, poi, prima
di andarsene, fece l’occhiolino al
piccolo Luca, da dietro a uno strano paio di occhialetti rotondi che il bimbo
non ricordava di avergli mai visto indossare prima.
C’era sicuramente qualcosa tra
lui e lo zio. Qualcosa che Luca non capiva ma che gli piaceva.
Mancavano solo pochi giorni al
Natale.
Luca era stato in giro tutto il
pomeriggio. Finito il doposcuola era passato con la mamma al centro commerciale.
“Devi ricordarti di scrivere la
letterina a Babbo Natale!” gli aveva
detto la mamma mentre il piccolo
indugiava, come tutti gli altri bambini, di fronte alla vetrina del
negozio di giocattoli. Poi la mamma
aveva incontrato un’amica e così Luca aveva avuto ancora più tempo per starsene
lì a guardare e a immaginare cosa mai avrebbe potuto chiedere a questo
benedetto Babbo Natale. In verità, ora che era alle elementari non ci credeva
più da un pezzo, ma è ovvio che, come tutti i suoi amici ‘faceva finta’ che
fosse tutto vero. Mentre aspettava che
la mamma finisse le sue chiacchiere, vide uscire lo zio Gino dal negozio di
giocattoli. L’uomo si accorse di loro e, visto che il piccolo Luca sembrava
parecchio annoiato, mentre le due donne chiacchieravano decise di accompagnarlo
al bar dove gli offrì una bella ciambella. Anche lo zio se ne mangiò un paio e
si sporcò pure le mani e la faccia di olio e zucchero. Che goloso pasticcione!
In effetti la sua pancia era
aumentata di un bel po’ dall’ultima volta che l’aveva visto.
Luca pensò che a volte le persone
cambiano davvero in fretta.
La sera si impegnò a scrivere la
sua bella letterina per Babbo Natale, ma non si sentiva tanto ispirato. Gli
venne da dire semplicemente questo:
“ Caro Babbo Natale, quest’anno
non so proprio cosa chiederti. So solo che sono stanco dei soliti giocattoli e
che mi sento un po’ triste! Pensaci tu! Ciao! Luca”
Assieme alla firma c’era rimasto
un po’ di unto sulla lettera. Mentre pensava e scriveva, Luca aveva finito un
pezzetto della ciambella che gli era rimasto in tasca dal pomeriggio.
Quella stessa sera, un po’ più
tardi, lo zio Gigi passò a salutare. Disse che non sarebbe stato con loro per
Natale; doveva assolutamente fare un viaggio al quale teneva moltissimo e per
il quale aveva trovato un imperdibile ‘last
minute’ .
Finita la breve visita, Luca e la
mamma lo accompagnarono alla porta. Mentre lo vide salire in macchina Luca
avrebbe potuto giurare che le scarpe che indossava, così nere e lucide, non gliele
aveva mai viste indosso prima d’ora.
A Natale, quando Luca si svegliò,
trovò mamma e papà che lo fissavano,
accanto al letto. Avevano entrambi un sorriso dolce e malinconico, uguale a
quello di quella volta che era stato in ospedale. Ai piedi del letto, un
grazioso gattino dormiva beatamente in
un cestino di vimini, tra fogli di carta leggera e colorata, un po’ unta e
sporca di zucchero….
Favola scritta tra il 25 e il 27 novembre 2013
In pubblicazione sulla rivista 'La Piazza', a cura di Roberta Pasqualetto
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