sabato 9 novembre 2013

PIENO - VUOTO - COSI' COSI'

Arrivi in un certo momento della vita e ti accorgi che le persone che ti stanno intorno, o meglio, che ti sono state intorno per anni, non sono poi esattamente come credevi.
Come le noci di cocco, apparentemente tutte uguali, coriacee, così elastiche che non riesci a spaccarle nemmeno se le fai rimbalzare sul terreno e addosso a un muro (piccolo stupido sport nel quale mi ci provai durante il viaggio di nozze alle Seychelles). 
Quando però qualcuno ti fa capire (e così accadde per me allora) che c'é un metodo per aprirle (molto meno faticoso e meno deprimente di quello che perseguivo io), ti può succedere di renderti conto che 'dentro' non siano tutte esattamente sane. Assieme a quelle 'buone', c'é quella marcia e c'é quella vuota e secca, ma da fuori, nulla si percepisce...
Si cresce con determinati ideali e certezze, apparentemente tutti validi, esattamente come le noci di cocco ti possono sembrare tutte buone e sane. Te li inculcano a scuola e a casa, oppure anche a catechismo...parola ora pressoché sconosciuta...che tuttavia mi fa ricordare racconti non felici, non facili da capire per me che ero bambina. Non mi riferisco tanto agli episodi del Vangelo che potevano venire letti e commentati, in modo semplificato, per i piccoli, anzi, no, non ricordo questo. Ricordo episodi di bambini un po' troppo saggi e  protagonisti di storie per me incomprensibili. Probabilmente erano raccontate per 'edificare', per 'esortare', ma io non le capivo. 
Com'é cambiato, in questi anni, anche il modo di educare...ma questo é un altro argomento.
Come in ogni cosa, ci sarebbe del 'buono' in quello che c'é stato da poter recuperare e del 'marcio' da buttare. Non ho mai creduto che tutto quello che é stato, solo perché é già stato, sia sempre più valido di quello che si fa o si vive attualmente.
Stavo dicendo...si cresce con determinati ideali, ci costruisci la vita con pazienza e fatica, come se fossi una piccola rondine che si costruisce il nido con i ramoscelli che a fatica trova e porta a suon di battito d'ali fin sotto al tetto che si é scelto per poter vivere essa stessa e i suoi cari al riparo dalle intemperie.
Poi passa un temporale, uno di quelli tosti, e c'é poco da fare. Si ricomincia. Con quello che ci si ritrova in mano, pochi affetti, pochi soldi, spalle voltate, mani amiche che é sempre più difficile individuare. Semmai però una piccola ma fondamentale certezza c'é: chi ti é vicino in determinati momenti é chi sai che lo sarà per sempre.
L'altra certezza é, piuttosto, una nuova opportunità, quella che ti viene data per tirare fuori ogni risorsa. Ricordo che per anni mi sono sentita inutile ed esclusa. C'era sempre qualcun altro che faceva al posto mio cose che avrei pensato che non sarei mai riuscita a fare.
Ma visto che i cambiamenti non sono mai da considerarsi né totalmente negativi, né totalmente positivi, bensì, sebbene, solo delle opportunità per migliorarsi, vedo che le cose, lentamente stanno cambiando.
La mia piccola, personale odissea credo sia l'emblema di quello che sta vivendo la maggior parte della gente. Giusto prima vedevo che é stato premiato a Roma il recente film di Veronesi dal titolo 'L'ultima ruota del carro'...ci si parla di una persona 'normale', che deve affrontare una molteplicità di lavori, che é considerato uno che vale poco e che invece, nella vita, é uno dei tanti piccoli-grandi eroi che sanno cosa vuol dire vivere, che sanno costruire e ri-costruire. Sono saltate fuori parole come 'impegno e dignità'....ma guarda...sono 'on-line'!  Sono le stesse parole che sono state la grande forza di Nina, la protagonista del mio romanzo 'Bucce d'Acino', scritto ormai 7 anni fa.... 

1 commento:

  1. Alcune cose molto giuste e da sottolineare. La certezza di avere persone e spesso sono poche, che ti sono vicine sempre e comunque, nella buona e nella cattiva sorte e questo è importantissimo altrimenti uno sarebbe costretto a vivere sull'orlo dell'abisso senza possibilità di scampo. Quanto alle opportunità nel trovare o stimolare nuove risorse, nessuno meglio di me può capirti; io me le sono dovute inventare di sana pianta, della serie o esci da una situazione infame o resti stritolato. Il lavoro o la molteplicità dei lavori che una persona deve affrontare, sono strettamente correlati allo stile di vita che uno si da. O è un punto di partenza, un trampolino di lancio verso nuove mete più gratificanti; quindi stimolo di crescita personale o livella tutto rendendo noiosa e insulsa la vita; c'è una terza ipotesi che applicherei a me stesso; dopo averne passate e subite di tutti i colori, una persona è talmente disincantata da riuscire a coniugare la vita materiale con quella spirituale, come sto facendo io adesso. Bucce d'acino l'hai scritto 7 anni fa e concordo con te che è estremamente attuale, come è attuale per me aggiungere mattone su mattone, alla mia vita che a volte mi sembra impossibile sia ricominciata a 60 anni.

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