venerdì 5 settembre 2014

MaRyLiN & MuM

Strano, molto strano, stavo inserendo una foto di Marylin e della madre. Mi sto intestardendo a scrivere un dialogo (che a dire il vero é più un monologo a due voci tra Marylin e la madre Gladys) e stavo per fare un post di questa prima parte del mio scritto. Per sbaglio, ho inserito una foto tratta da FB, dove un puledrino, stando a quanto dice la didascalia, rimasto orfano della madre, si accoccola vicino a un morbidoso orsetto di pelouche. 
Mah, il caso non é mai tale e preferisco lasciare questa foto unitamente alle prime righe di 'prologo' al mio scritto e sicuramente capirete perché...

DIALOGO A DUE VOCI TRA MARYLIN E LA MADRE

E’ il 1 giugno 1926 quando Norma Jean viene al mondo. La madre, Gladys, ha appena 24 anni, è graziosa anche se di una bellezza un po' spigolosa, fa lunghi turni in un laboratorio di montaggio di pellicole per mantenersi e nel tempo libero desidera divertirsi.
La piccola nasce da una relazione della madre con un collega di lavoro mentre il suo secondo matrimonio, durato appena un anno, è già agli sgoccioli.
 Il primo matrimonio di Gladys, iniziato quando aveva solo 16 anni, si era già concluso da un pezzo a causa delle pesanti percosse del marito, dal quale aveva avuto due figli di cui uno morirà a soli 13 anni per malattia.
Quando la piccola Norma nasce Gladys è da sola.
In accordo con sua madre,  una donna con disturbi mentali, Gladys affida Norma Jeane, quando la piccola non ha ancora un mese di vita, ai coniugi Albert e Ida Bolender, per 5 dollari la settimana.
In seguito, Gladys riuscirà ad abitare con la piccola Norma solo per un breve periodo, quando questa avrà circa 8 anni. Nel giro di poco, sommersa di debiti e prostrata dai lutti di famiglia, la madre di quella che diventerà una delle più fulgide stelle di Holliwood sarà trasferita in ospedale psichiatrico, dove passerà il resto dei suoi anni. 
Sopravviverà alla figlia che durante la sua breve ma significativa carriera si era premunita di lasciarle il denaro necessario per il suo mantenimento……


Mamma, ma cos’è quello strano mestiere che fai?
Guardo le vite degli altri, le taglio e poi le ricucio insieme.
E’ divertente guardare le vite degli altri?
E’ divertente piccola. Mi sembra di essere io la padrona di queste vite.
Scusami ... forse ti ho fatto la domanda sbagliata…
Perché?
Perché se sei stata per tanto tempo lontana da me è ovvio che questo tuo lavoro ti ‘prendeva’ molto…
Piccola, dovevo anche trovare il denaro per poterti mantenere
E mio padre?
Lo sai, ne abbiamo parlato tante volte... é un argomento che non mi piace...
Io invece ho sempre tanta voglia di sentirti parlare di lui…
Perché? Ci ha abbandonate entrambe; come fai a provare interesse per un così?
Perché non riesco ancora a farmene una ragione…
La ‘ragione’ è una parola che ha gran poco a che fare con i sentimenti…
A volte mi chiedo chi sono...
Tu sei stata, come si dice, il frutto di una breve, intensa passione. Nulla di nuovo se proprio vuoi saperlo. In tanti sono venuti al mondo per questa piccola banalità…
Un sentimento non è mai banale…
Lo pensavo anch’io, ma la mia vita mi ha provato il contrario…Poi spesso, come tu ben sai, molto spesso gli uomini confondono sesso e sentimenti  
E’ per quello che nessun uomo si è fermato accanto a te?
E chi lo sa, non l'ho ancora capito fino in fondo.
L'unica cosa di cui sono sicura é che non avrei mai voluto che per te si ripetesse la stessa storia…
E’ vero, guarda la mia povera vita…tante volte è come se mi rivedessi, dall’alto, su quella barella, in quella mattina di agosto…non riesco nemmeno a riconoscermi. Mi pare di sentire il rumore metallico delle ruote…una doveva essere mezza rotta perché faceva un suono diverso dalle altre..sento le voci del barelliere e quella, diversa, di un infermiere; sono voci fredde, metalliche come il suono di quelle quattro piccole ruote…Li sento parlare, discutono delle loro cose, hanno fretta....
Hai detto bene … ‘povera vita’…non ti è nemmeno servito diventare un mito!
Già, un mito…guarda, guarda laggiù cosa sta ancora succedendo! Mi vedo sui quaderni delle ragazzine, su spille, braccialetti, collane, magliette…è come e fossi ancora lì in mezzo a loro eppure sono morta oltre 50 anni fa…La mia bocca è sempre scarlatta, i capelli biondissimi e sorrido, sorrido sempre….
Potere dell’immagine e dei mezzi che la trasportano. Lo sapevo che la celluloide aveva un potere inimmaginabile….
Ma perché, secondo te, sta succedendo questo?
Chi muore quando è ancora giovane e bello e tu, lasciatelo dire, eri il mio capolavoro…è come se fosse un film proiettato per sempre nelle vite altrui…
Dici?
Lasciatelo dire, sono cose che ho imparato proprio appassionandomi a questo lavoro….
Anch’io mi sono appassionata al mio, davvero! Ho studiato, ho fatto di tutto per poter far parte di quel mondo dorato dove speravo di trovare un senso ai miei giorni…
E l’hai trovato?
No, non mi pare. Se non fosse stato così credo che avrei avuto il coraggio di invecchiare, ma non ne è valsa la pena…
E’ stato immensamente triste sapere che mia figlia se n’era andata prima di me. Quando sono venuti a dirmelo ho fatto finta di non capire. Non avevo voglia di essere sottoposta ai loro commenti acidi..a volte la pazzia è comoda; ti permette di non doverti scusare con nessuno…ma tu, dimmi, come stai, ora, Piccola? 

......................SEGUE.......................................


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