giovedì 12 aprile 2012

EIGHTIES

nella foto: Maggio 1985, Annalisa, che all'epoca aveva 25 anni. Credo fossi al Gambrinus, un ristorante vicino a Treviso.

Ogni tanto mi vengono in mano queste foto. Sono passati quasi 30 anni eppure ricordo molto di quel periodo, o meglio, nello specifico non saprei certo raccontare di preciso cosa ho fatto in un'annata piuttosto che in un'altra, ma quello che riconosco e che 'sento' é il mio spirito di allora. Fortunatamente sono stati anni che posso ben definire 'senza pensieri'. A parte la perenne e instancabile 'rottura' genitoriale e il 'cambio' per me epocale, dal mondo della scuola rispetto a quello del lavoro, avevo le mie giornate che scorrevano in grande serenità.
 Chi ha letto il mio Cuor di Briossshhh sa che all'epoca avevo un cane dobbermann di nome Sorbonne, al quale ero affezionatissima, sa che avevo da poco finito l'università e che avevo un fidanzato che abitava a 200 km di distanza e che con gli sci era un asso. E poi c'erano gli amici, pochi ma buoni, coi quali era sempre piacevole andare a farsi una giornata al mare oppure una bella sciata d'inverno. Avevo anche un padre 'importante' che giusto in quegli anni stava vivendo credo il punto più alto della sua parabola professionale. Ora che mio figlio guarda ridacchiando certi cinepanettoni che allora cominciavano ad essere in voga potrebbe avermi intravisto proprio in quei posti..Cortina era il 'must' dei giovani anni '80 e mia cognata, (la prima!) si era ingraziata tanto mio fratello che ci andavano entrambi e...io al seguito. Quando l'aperitivo era ancora qualcosa di sconosciuto che magari si vedeva solo in pubblicità, io, a quell'orario, verso le sette di sera, ero a farmi un 'ramandolo' (un vino dolcissimo e veramente buono) in enoteca e una volta, entrata in un negozio, mi é capitato di incontrare (o meglio, osservare) una scorbuticissima Marta (Marzotto, ovviamente) che, bardata di ampio pelliccione (assolutamente non 'eco') fino ai piedi redarguiva il malcapitato commesso di turno...
Si, non mi posso certo lamentare. Ero serena. Non avevo pensieri e la sera dormivo come un sasso fino al mattino dopo.
Ora non sono serena, ho pensieri e la sera faccio fatica ad addormentarmi. Il fidanzato di allora é poi diventato mio marito e gli splendidi figli che ho sono anche suoi ma...non riusciamo più né a parlarci né a vederci e ognuno, ormai da qualche anno, se ne sta andando per la sua strada. Allora c'erano gli yuppies e ora c'é la crisi. Allora c'era Sorbonne, un cagnone nero e grosso e ora ho Ugo, un gattino bianco e gracile. Eppure non dimentico né serbo amarezza per quella serenità che se n'é andata. Semmai, ho ancora il desiderio di ritrovarla, sotto altri aspetti magari, ma ci spero ancora e, soprattutto, se sento certe canzoni dell'epoca, avrei ancora l'infinito piacere di ballare, (magari) in una vecchia disco con quella palla di mosaico a specchio che moltiplica le luci colorate  e (magari, é ovvio!) con chi avesse la capacità di far ridere ancora  il mio cuore.


6 commenti:

  1. Sicuramente i tuoi anni di gioventù e, poi, in seguito quelli della tua vita da donna felicemente sposata sono stati senza pensieri, com'è giusto sia stato. Ovvio che adesso è tutto diverso, ti è crollato il mondo addosso, pensi con nostalgia a quegli anni felici anche se sai che un loro ritorno sarà impossibile. Vedi posso immedesimarmi in ciò che provi perché in modi diversi, certe cose ho dovuto viverle anch'io. Non mi paragono certamente a te e ai problemi che hai avuto e che nemmeno conosco, posso solo immaginare quello che hai provato. Di solito in situazioni del genere, non do mai consigli, ogni uno deve trovarsi la soluzione più adatta a superare il momento critico. Vivere il presente, ricordando il passato, significa chiudersi in una bolla di vetro che ti permette di continuare a vivere osservando il mondo esterno, ma ti tiene prigioniera di sentimenti che, magari rivisitati con il senno del poi potrebbero darti la possibilità di ritrovare nuove emozioni. Quando io ricordo la mia gioventù e, la successiva programmazione che ho fatto, complici i consigli "disinteressati" di amici e parenti, mi darei dei pugni in testa: ero giovane e stupido oltre che ribelle e insofferente. Adesso che mi ritrovo a 63 anni con la stessa anarchia mentale (non politica intendiamoci) di quando ero giovane, mi rendo conto di quanto sia fortunato ad avere conservato questo mio modo di vivere, pur con robuste iniezioni di sana saggezza senile. Tutto ciò mi rende libero, con maggior coraggio rispetto all'incoscienza che c'era prima, mantenendo intatta la mia curiosità verso tutto ciò che mi circonda e, levandomi lo sfizio di fare tutto quello che da giovane e poi sposato, non ho mai fatto per quieto vivere, per ritrosia nei comportamenti o altro. In tutto ciò, osservo compagni della mia stessa età che assomigliano più a zombie che a persone vive: con voglia di vivere intendo. E trovo conforto e apprezzamento nelle mie figlie, forse, anzi, sicuramente, le uniche che hanno capito questa mia situazione e che interagiscono con me quasi come un fratello piuttosto che padre. Diceva un tale, scrittore francese tra i miei preferiti, ed è una citazione che amo spesso ricordare:
    "L'uomo spesso cerca la felicità nelle cose esteriori della vita, quando, invece, dovrebbe ricercarla dentro se stesso." Honorè de Balzac.
    Per concludere non voglio certo insinuare che la tua vita passata sia stata volubile ma sicuramente felice e senza pensieri, quello sì. Quindi se vuoi ascoltare il vecchio Noce, vivi la tua vita come ti senti di essere, non cercare le vecchie icone che ti ricordano la perduta felicità ma createne altre, ne guadagnerai in serenità e in gioia di vivere.
    P.S. scusami se come al solito mi sono lasciato trascinare nei commenti, purtroppo è più forte di me, non me ne volere. Checcus.

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    1. Ma io non ho nostalgia di quello che é stato. E' stato e basta. Anzi, se potessi cambiare qualcosa di quel mio passato, cambierei me. Prova a guardare il sorriso di quella foto; non è consapevole, non é sereno, non é sparato come dovrebbe essere un sorriso fatto col cuore di fronte all'obbiettivo della persona che ami. C'era ancora molto di nascosto di tutto quanto io sono, qualcosa che, quando é scoppiato, non é piaciuto a chi mi stava accanto, che preferiva quel sorriso debole e grigio.
      Anche io, come te, mi sento viva, almeno...mi sto rigirando in un letto di spine, ma sto viva e non sono uno zombie, ed é questo quello che conta. Il resto verrà e , se non verrà, saprò come affrontare lo stesso ognuno dei giorni che mi sono stati dati da vivere....

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  2. In effetti non è che stai facendo salti di gioia: Forse è proprio per questo che quel sorriso è stanco, ti sei fidata della realtà che ti veniva sottoposta e poi ti sei resa conto che non era adatta al tuo spirito,tanto da arrivare a far esplodere una situazione insostenibile, molto probabilmente e qui mi fermo perché non voglio sapere altro. Il fatto che tu adesso ti senti viva, è senza dubbio positivo ma lascia perdere il letto di spine, quelle ti fanno solo male. Quando dico vivi: la vita come ti senti di essere, intendo dire che a volte è necessario bloccare una ruota che gira o in un senso o in un altro, condizionando una persona senza che questa se ne accorga, portandola a pensare con fatalismo al futuro. Tu stai dicendo in sostanza che del tuo passato non ti importa più nulla e che per il futuro ti stai organizzando, lasciando però al fato, se non l'intera guida, perché qualcosa di tuo ci metti e questo si vede, la direzione generale della tua vita. Io ci metterei un po' più di pepe, tutto qui. :-)))

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    1. Il pepe mi piace..ne comprerò in barattolone maxi.....grazie del coniglio, pardon..del conSiglio!

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  3. Quando guardo le foto di quegli anni mi vedo sì giovane (e assai più bella) ma con uno sguardo così duro e tagliente da stentare a riconoscermi. La perfezionista che riteneva di poter programmare e gestire tutti gli aspetti della sua vita con razionalità, puntando più all'aspetto esteriore delle cose e delle persone, ha ricevuto prove tali dalla vita da dover avviare un pellegrinaggio verso una sé stessa assai più vera, più fragile e la cui unica forza è la capacità di comprendere empaticamente il dolore altrui, e sto ancora imparando a volermi bene...
    Un abbraccio, sempre begli gli spunti di riflessione che suggerisci. Mai banali.

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  4. Paoletta carissima...io mi vedo (e mi penso, ora, a distanza di circa 30 anni, che non sono certo pochi) come una sorta di rough diamond, si insomma, una pietra grezza tutta da pulire e sfaccettare, che se ne stava ancora lì in mezzo alla polvere della miniera. Non avevo programmi allora, anzi, le mie ambizioni sono sempre state piegate dal volere altrui e dalla mia incapacità di sostenerle. Non voglio dare colpe a nessuno: é stato così e basta. Mi spiace che, come tanti giovani, ti trovi a vivere i tuoi anni 'migliori' senza la coscienza e la ragionevolezza di indirizzarli al meglio. Ma chissà, questo fa parte del nostro cammino, chiamalo destino, insomma di quel goffo e inutile groviglio di storie e situazioni che solo alla fine ci apparirà come un prezioso ricamo...

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