mercoledì 4 luglio 2012

INSALATA DI RISO

La sera prima degli esami di tanti anni fa, lo ricordo perfettamente, era una di quelle tipiche serate di prima estate, e il sole filtrava ancora generoso e caldo tra le foglie delle piante vicino a casa quando mi decisi di scendere finalmente  per cena. C'era l'insalata di riso. L'avevo preparata io nel pomeriggio, così, tanto per fare, quasi sicuramente per distrarmi. Che strano, ora che ci penso mio madre allora aveva l'età che ho io ora, ma quella era una 'novità' che, sebbene semplicissima, non avrebbe mai preparato da sola.
A cena quella sera c'erano anche, non ricordo come mai, le due sorelle più giovani di mia cognata; due ragazze un po' più giovani di me, che ritenevo bellissime, forse perché a quei tempi non avevo ancora mai avuto modo di guardarmi per bene allo specchio. Sicuramente erano più spavalde e io altrettanto sicuramente, ero ancora troppo ingenua.
Quella notte, nonostante un'inevitabile ansia, in qualche modo, dormii. Mi svegliai la mattina presto, con il letto pieno di libri, alcuni invece erano caduti sul tappeto. Probabilmente la loro vicinanza mi rassicurava, poi, ancora qualche ripasso, poi basta...almeno la frequenza dei compiti e delle scadenze scolastiche mi aveva insegnato che il tempo passa comunque anche quando sei sotto esame, per cui il succo é che la tortura non potrà MAI durare in eterno.
Dell'esame vero e proprio ricordo poco, a parte che mi ero preparata dei balzelli giganteschi tra una materia e l'altra, probabilmente perché la mia mente già cominciava a ballonzolare nel suo stravagante andirivieni di motivazioni e sensazioni che per me sono chiarissime ma per molti altri spesso no. Fortuna che, se qualcuno ha la pazienza di ascoltarmi, so spiegare i miei perché.
Era il 26 luglio, giorno del mio onomastico, S. Anna. Dopo pochi giorni l'esito: 60 su 60 e, come di consueto nella mia famiglia di origine, feste zero.
Per uno stravagante gioco del destino, stasera mi sono trovata ad accompagnare mia figlia a vedere gli esiti dei suoi esami di maturità. Ero seduta dietro al suo cinquantino, io, proprio io che sono già oltre la cinquantina ma che mi sento sempre una bambina.
Ho tolto il casco e sono andata con lei a vedere i risultati esposti sulla vetrata (non era la classica bacheca, quella pare esista solo su FB ultimamente). Ebbene, dai, consentitemi di sciorinare un po' d'orgoglia di mamma: 100 su 100!
Per non incorrere nella grigia tradizione di famiglia, secondo la quale i festeggiamenti sono delle stupide banalità, l'avevo lasciata tranquillamente andare a godersi già da ieri, appena dopo l'esame, un bel pomeriggio al mare, e, tra l'altro, mi sono trovata a preparare (guarda caso!) l'ennesima insalata di riso, sempre ieri sera, ma stavolta per mio figlio che me l'aveva espressamente richiesta.
Che dire...che l'insalata di riso sia il fil rouge che ha legato questi 30 e passa anni? Beh, dai, ha portato fortuna in entrambi i casi..fortuna..beh..insomma...c'é stata anche tanta fatica, e pure condivisa, visto che a forza di sentire mia figlia ripetere la sua tesina da presentare all'esame sono sicura che, matematica a parte, avrei preso un discreto voto di nuovo pure io visto che l'avevo imparata quasi a memoria!
..Oscar Wilde was born in Dublin in 1.854, his father was a famous oculist and his mother was a politician.....eheheheh:-))) 
Un altro step per mia figlia, certo che si! Un altro giro di ruota per mammà? Ma chi mai osa dirlo? No! No, no! Semmai..una fatica già fatta!

3 commenti:

  1. Stavolta mi hai fegato perché io non posso esibire vecchi esami a cui non ho mai partecipato, per i noti motivi che ho avuto modo di spiegarti. E' comunque vero che certe cose, azioni, preparativi, vengono fatti spesso inconsciamente e dopo, assumono un significato particolare, nel tuo caso l'insalata di riso preparata tanti anni fa e adesso, in occasione di due cose simili: l'esame tuo e di tua figlia, oltretutto riuscite splendidamente per ambedue.
    L'unica differenza, sostanziale, caso mai la diversa soddisfazione data a tua figlia rispetto a quella che tu hai ricevuto dai tuoi, a quanto sembra "caustici" genitori. Non mi rimane che fare i complimenti di rito a tua figlia Isabella, magari tra molti anni potrebbe rinnovarsi il medesimo filo e se si ricorda, preparare un'insalata di riso per suo figlio/a neo promosso all'esame di maturità.

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  2. Ciao Annalisa, non so come funziona questa cosa e come mi devo iscrivere. Porta pazienza, potrei applicarmi ma non ne ho voglia. Ho voglia invece di abbracciarti per congratularmi con te e con tanta figlia!! Sono cosi' contenta per Isa e per te e per noi donne: non ce la faremo mai a sembrare intelligenti come gli uomini anche se li superiamo ma pazienza: noi lo sappiamo.
    Bello quanto hai scritto e io che ti conosco da una vita ti capisco e capisco anche che ti mancano quelle carezze al cuore, ritenute superflue o comunque non dovute, visto che ogni sforzo probabilmente era considerato dai nostri cari come nient'altro che il nostro dovere e forse privilegio. Ma guarda cosa hai costruito e cosa hai portato avanti da sola! Quando sento i miei figli che mi chiamano,anche solo per pronunciare il nome mamma e io brontolo perche lo fanno, ma piena di orgoglio, credo che aldila' di quello che ci aspettavamo dalla ns. famiglia d'origine, l'abbiamo AVUTO da quella che ci siamo cresciute. E gli sms che ci inviano (credo anche i tuoi) non ti fanno sentire ricercata e loro amica? Un abbraccio e ancora complimenti. Se non riesco a mandarti questo messaggio, lo copio e te lo mando per mail. Su FB sono troppo timida o, forse, riservata. Un bacio

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  3. Per Checcus e Nadia, vi ringrazio entrambi per le vostre gran belle parole. Volevo solo puntualizzare che, nonostante io conceda ai miei figli le libertà che io non ho mai potuto avere alla loro età, é pur vero che faccio anche io, come i miei genitori, una fatica enorme a proclamare l'entusiasmo, a renderlo evidente e percettibile. E' una predisposizione d'animo che in effetti un po' invidio e sicuramente ammiro in chi la possiede: essere almeno ogni tanto anche un po' 'caciaroni' e godersi la vita...ecco, questo credo di non saperlo fare. In compenso é anche vero che allo stesso tempo non lascio passare i miei giorni come fossero le perle scure di un rosario infinito. Cerco invece di vederci e trovarci qualcosa di gratificante non appena possibile. Osservo, mi guardo intorno, fisso la mia attenzione su tante cose, che magari non saranno le più importanti, perché questa scelta non la so certo fare, ma almeno so che vivo, perché penso, confronto, cerco di trarre qualcosa di positivo da tante situazioni che accadono a me o intorno a me...

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