giovedì 18 ottobre 2012

GLI AMORI SVAPORATI

Ho un'età tale che posso permettermi di ricordare certe coppie di tanti anni fa. Gente che aveva vissuto il dramma dei tempi di guerra e poi le lusinghe degli anni 60. I figli che erano cresciuti, avevano trovato lavoro e si erano sposati tra gli anni 70 e 80. Le case piene di bomboniere e di ricordi dei nipoti che si erano affacciati alla vita strada facendo.
Donne che, a differenza di quelle della mia età, si erano permesse di ingrassare. La fame patita era stata tanta che quando c'era stato da mangiare si mangiava e basta. La dieta era qualcosa che serviva solo in rari casi, perlopiù a qualche ammalato. A casa non serviva e nessuno ci pensava. Il marito ce l'avevano e sarebbe stato una sicurezza per sempre. La vecchiaia era qualcosa cui andare incontro quasi serenamente e comunque senza i patemi che ci si sente addosso di questi tempi.
Ricordo che una volta andai a trovare una coppia di zii assieme ad un'altra coppia di zii.
Ci sedemmo a tavola, di pomeriggio, a parlare del più e del meno. Io ero poco più che bambina ma ricordo un particolare. Ad un certo punto entrò una mia cugina, ragazza in fiore, all'epoca. Lo zio che mi aveva accompagnato, ironicamente ma senza nemmeno un briciolo di maleducazione disse al padre della ragazza:
'Che bella figlia, e se la dessi a me?'
L'altrettanto ironica e saggia risposta dell'altro zio fu questa:
'Hai mangiato la carne, ora rosichi gli ossi!' E così dicendo fece ridere sonoramente sua sorella, il cognato e pure sua moglie.
A distanza di tantissimi anni non riesco a capire come mai mi sia rimasto in testa questo breve scambio di battute. E' quasi come se allora già sapessi in anticipo di certe situazioni che avrei conosciuto, visto e vissuto.
Stamane ho assistito in Tv all'intervista di un'attrice, tale Jane Alexander. Donna bellissima, ironica, intelligente, si lamentava che era ormai single da qualche anno, con un bimbo di nove anni che accudiva insieme alla madre. mi sono chiesta 'Ma come é possibile?'
Ieri sera ho parlato con una mia amica che da anni ormai, non riesce ad avere un dialogo aperto e sincero col marito. mi sono chiesta 'Riuscirà mai ad uscirne fuori?'
Domani sera andrò a mangiare una pizza con un'altra amica che si é premurata di dirmi 'però, guarda che devo fare presto perché poi devo andare dal mio compagno' e io e lei credo che sia da più di un anno che non usciamo insieme...Mi sono detta 'Ma come?'
Insomma, quello che voglio arrivare a dire...noi, io, le donne di oggi insomma, siamo spaventate dagli uomini e loro sono spaventati da noi.
Non esistono più quei bei legami, solidi, che c'erano una volta.
Una donna poteva permettersi di invecchiare ed era amata comunque, le spettava tutta la dignità che spetta a chi é stata moglie e madre.
Ora é tutto un caos. Gli amori sereni non esistono...o almeno, io non ne conosco.
Ci sono i dubbi, le ripicche, le rivalse, i se, i ma.
Tante coppie stanno insieme per motivi puramente economici, altre per il solo 'quieto vivere'.
Gli amori di oggi sono 'svaporati', la dignità spesso calpestata. In compenso, il dolore di vivere, quasi sempre, lo si trova assicurato saldamente a ognuno di noi, quasi fosse un marchio a fuoco della nostra generazione. Duro da sopportare specie per chi é fatto in modo tale da non riuscire a comprendere il vuoto che aleggia sovrano in questi tempi.  
 

4 commenti:

  1. Hai ragione quando dici che la fame patita era stata talmente tanta che si mangiava e basta senza paura di ingrassare e senza badare alla linea, anzi far vedere la possibilità economica di permettersi il cibo che prima non c'era, voleva significare uno status sociale anche se erano ancora molti che facevano la fame. Parliamo dell'immediato dopoguerra, o dopo le due guerre che sommate assieme fanno un periodo tristissimo. A quei tempi, fanatici politici a parte e che ancora resistevano nella società, c'era come un tacito accordo: "Non buttiamo all'aria tutta questa grazia di Dio", ovvero non tanto il lato materiale ma la paura che un altro evento catastrofico potesse far tornare indietro i tempi con tutte le conseguenze immaginabili. Cosa voglio dire con questo, che le generazioni attuali, me compreso che sono nato nel primo dopoguerra ma non l'ho vissuta in prima persona, non sanno neanche cosa sia, la "guerra" e tutte le implicazioni che comporta, morali psicologiche, umilianti. Quindi quel senso di solidarietà che c'era prima tra le persone, quell'affetto e quell'amore che nasceva sulle macerie, senza televisione, internet, cellulari o altro era un collante potentissimo che si è lasciato dissolvere nel tempo fino ad arrivare ai tempi nostri. L'essere stati spogliati di tutto ciò che di materiale li circondava, ha reso i nostri genitori molto più acuti nell'osservare le cose, nel comportarsi e relazionarsi con il prossimo, nell'amore molto più solido e vincolante negli affetti che non il gossip attuale che ormai non riguarda più solo l'attrice o l'attore di turno ma tutti noi che ci siamo talmente immedesimati nelle parti che ci vengono imposte, da comportarci di conseguenza senza renderci conto dell'abisso in cui precipitiamo. Quindi il matrimonio per calcolo, la felicità intesa come bellezza cinematografica, la futilità assunta a regola predominante di vita e il paragone costante con il bello/a di turno per essere a la page. Verrebbe da dire che ci vorrebbe un'altra guerra per far rinsavire tutti ma forse è meglio lasciare perdere. Sicuramente si arriverà a un punto di non ritorno in cui tutti apriranno gli occhi ed esclameranno con ingenuo stupore:"Ma, dove siamo?"

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  2. Che ci vorrebbe un'altra guerra mi vine in mente anche quando sento di certi casini creati prima, dopo e durante le partite. Momenti che dovrebbero essere di felice aggregazione e di sano confronto diventano motivi per suonarsele di santa ragione e anche a volte di violenza efferata. A volte mi stupisco di quanto l'uomo, in generale, non sia capace di rendersi conto che é fondamentale cercare di vivere con un minimo di ragionevolezza, il che vuol dire, non fare le pecore, ma nemmeno essere prepotenti, pretendendo il giusto senza considerarsi sempre e comunque al di sopra degli altri. Ma capisco che non é facile, bsognerebbe amche avere una percezione equilibrata di se stessi che non tutti hanno, nemmemo io...

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  3. Dell'equilibrio, io ne ho fatto un'esigenza personale e ti posso garantire che non è facile, a volte mi sembra di scoppiare ma una volta che hai iniziato il percorso, tutto ti sembra più facile.

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  4. Come diceva l'antico saggio (anche se nn so chi era)..anche il più lungo cammino inizia dal primo passo!

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