e non sentire più nulla
né il levare del freddo
né il battere della pioggia
Vorrei non soffrire del caldo
e non percepire l'aria che mi accarezza.
Vorrei fermare le mani,
serrare le labbra
e impedire a ogni mia parte di vibrare
Vorrei poter cercare di capire
così
com'é il tuo sentire,
così
come fai tu
che vivi ma non esisti,
che parli ma non ascolti
che guardi, ma non vedi.
Tu
che ti sei bendato il cuore,
stringendolo tanto fino a farlo rallentare al minimo del suo passo
tu,
che hai instillato cemento scuro negli alveoli dei tuoi polmoni
fino a non riuscire quasi nemmeno più a respirare
né a muoverti, o a ricordare
Tu,
che sei diventato quasi come un sasso
che non riesce più neanche a rotolare
a meno che
qualcuno
non decida di prenderti a calci
giusto solo per rabbia, per noia o per rancore,
proprio come si fa con un pallone bucato
che non serve più a nessuno,
e che sordo perde ogni traiettoria
come la vuota memoria
di una partita
da troppo tempo finita.
Sono parole molto dure, denotano rabbia, tristezza, impotenza. I ricordi spesso flagellano la nostra anima e la tormentano anche quando si crede di essere riusciti a cancellare tutto. Poche parole riescono a alleviare l'animo umano, tranne la consapevolezza di riuscire a tornare a vivere, forse quando meno te l'aspetti.
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