giovedì 28 febbraio 2013

DEDICATO AL MIO AMICO CHECCUS


Sabato prossimo, 2 MARZO 2013, si terrà, presso il Ristorante Hotel CA' ZANE di SAMBRUSON DI DOLO (VENEZIA) la presentazione dell'evento BUCCE DI FOLLIA che, patrocinato dal COMUNE DI DOLO e dal COMUNE DI BITONTO avrà, tra gli ospiti, anche me medesima, e il mio amico-collega di scrittura FRANCESCO DANIELETTO. Io presenterò la nuova versione del mio romanzo BUCCE D'ACINO, mentre Francesco (per gli amici CHECCUS) ci parlerà del suo libro LE RAGIONI DELLA FOLLIA.
Una doverosa nota di ringraziamento e di merito al MOVIMENTO 'LA GENTE' di Bitonto che ha organizzato l'evento, corredato anche da ripresa tv in streaming unitamente a Brenta TV.
Nell'attesa, io e Checcus siamo in fermento perché la presentazione avrà un format tipo Maurizio Costanzo Show per cui, con l'aiuto del relatore FIORE VINCENZO, si aprirà un bel dibattito che spero sarà di sicuro interesse per tutti coloro che parteciperanno.
Vi lascio qui la nota che ho scritto sull'opera del mio amico DANIELETTO in modo che, chi non sarà presente, può avere qualcosa su cui confrontarsi:


 LE RAGIONI DELLA FOLLIA

di F. DANIELETTO

 

Una serie di racconti accomunati da omicidi più o meno misteriosi. Storie spesso complicate, con momenti noir molto intensi che mi fanno pensare a una sorta di ‘nostrana’  serie del tipo Mission Impossible, o comunque a certi film polizieschi nei quali, giunti alla fine, ci si alza dal divano e si dice ‘è stato tutto così complicato che alla fine non ci ho capito tanto’…ma è appunto qui che subentra la RAGIONE della FOLLIA.

La FOLLIA ha una sua ragione d’essere in quanto ha comunque una sua logica, solo che è una logica NON riconosciuta dalla maggior parte della gente.

Se chiedessimo a un matto di dare una giustificazione a un qualsiasi gesto di follia, state pur sicuri che egli, lucidamente, un motivo lo sa trovare.

La FOLLIA in questo senso è tuttavia una parte importante di quello che accade ogni giorno sotto i nostri occhi. Basta guardare anche la situazione attuale. Il Presidente Napolitano ha disdetto un suo impegno con un famoso personaggio politico tedesco perché questi ha detto che dalle elezioni italiane sono usciti due clown. Gli italiani, come ogni popolo, meritano il rispetto delle loro scelte ma colui che ha guidato il partito che ha sovvertito l’ordine di prima è, effettivamente, un comico. Per quanto riguarda l’altro personaggio, non mi soffermo qui a fare considerazioni. Il Papa si è ritirato e, lasciatemi dire, non credo per motivi di salute; sono avvenimenti che hanno dell’inverosimile, che scardinano delle realtà. La stessa realtà che Danieletto ama scardinare tramite i suoi personaggi che, uomini o donne che siano, specie se protagonisti, tentano di vivere a modo loro, e con grande coraggio, fuori dalle convenzioni. Convenzioni e  regole che Francesco palesemente non ama e che tutti i suoi protagonisti cercano fortemente, a modo loro, di scansare, a partire dal protagonista di NERO E’ BELLO fino alla giovane che troviamo nell’ultimo racconto UNA GIORNALISTA IN PUNTA DI PENNA.

Significativi i rapporti uomo-donna, sempre presenti, perennemente, nel sottofondo dei racconti di Francesco, dove di solito le cose vanno male, anzi, molto male, oppure vanno avanti per inerzia, oppure se vanno bene, vanno bene per poco tempo. Di solito i suoi personaggi si accendono una sigaretta dopo ‘averlo fatto’, come si potrebbe fare dopo aver concluso un bel pranzo o un’ottima cena; l’Amore sarà comunque qualcosa che passa. La vita di coppia, è qualcosa che lo affascina ma che, contemporaneamente, gli provoca una repulsione tale che alla fine sembra lasciare nelle sue mani lo stesso peso specifico che lascerebbe il classico ‘pugno di sabbia’.

Significative anche le incertezze e gli andirivieni dei ragazzi che troviamo nel racconto UNA VACANZA CON IL MORTO; c’è l’ansia di lasciare casa e genitori, di cercare un posto dove essere se stessi (il campeggio), ma, una volta arrivati, si scopre che non ci sono idee, non ci sono sentimenti, né emozioni, né, tantomeno, passioni. Tutto rimane freddo, malinconico, stressante proprio per via di questa mancanza di veri obbiettivi; ci si lascia trascinare e quel che sarà sarà. Ben venga il morto anzi, che semmai può essere un argomento di discussione…

A queste ‘atmosfere’  do’ una mia personale giustificazione. Francesco ha vissuto in pieno il 68, fa parte di coloro che hanno voluto ‘spaccare’  con tutta quella serie di convenzioni che si erano costruite a partire dal dopoguerra  e che, con un faticoso ma ritrovato benessere, avevano finito per chiudere ogni singolo individuo al proprio ambito strettamente familiare oppure in quello dettato dal ceto sociale. Il 68 è stato l’anno di rottura del senso della famiglia, è stato il momento comunitario, dove se non si faceva parte di un gruppo, non si era considerati; abbasso le convenzioni, abbasso tutto, viva l’amore libero, viva la droga, viva la pace (che, guarda caso, ha molte meno regole della guerra!) ma, al di là di questo che cosa è rimasto? L’uomo non riesce a vivere fuori dalle regole, o almeno, non per tanto; ne ha bisogno altrimenti, a parte in rarissimi casi, non sa dove andare. Cercare le ragioni, anche nella FOLLIA è un tentativo, come un altro, di dare un significato alla VITA, e qui mi sento vicinissima a Shakespeare che diceva ‘LA VITA NON E’ ALTRO CHE UNA STORIA RACCONTATA DALLE LABBRA DI UN PAZZO’; cioè, le regole ci sono, perché le abbiamo inventate noi per cercare di vivere più facilmente, ma la realtà, ogni giorno, ci spiazza e ci mette di fronte a nuove scelte che pretendono che ci interessiamo e che diamo delle risposte a tutto quanto succede intorno a noi, e la FOLLIA, in questo senso, può essere solo il tentativo di non riconoscere la realtà per quello che è perché forse la REALTA’ stessa, molto spesso più folle della vera FOLLIA, a volte ci fa troppa paura.

                                                                                 

3 commenti:

  1. Penso, anzi sicuramente, hai colto nel segno. Hai capito quello che intendevo dire con questi racconti e ti ringrazio. Le convenzioni, spesso portano l'uomo alla follia; la follia spesso porta l'uomo a crearsi convenzioni sue personali. L'equilibrio, che purtroppo non è ancora entrato nel DNA umano fa fatica a trovare casa nella mente di ognuno.

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  2. Grazie Checcus...sai bene che a me piace legegre quello che sta 'sotto' alle righe...speriamo intanto di avere incuriosito nuovi lettori....IN BOCCA AL LUPISSIMO PER DOMANI...

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  3. Grazie dell'augurio, mi porterà fortuna

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