sabato 27 aprile 2013

RUGGINE

Le RELAZIONI, il TEMPO, il DOLORE, l'AMORE. Come giustamente ha commentato la d.ssa Cibin a proposito della mia produzione artistica durante la mia presentazione alla serata Lions Riviera del Brenta dello scorso 6 marzo, queste sono le tematiche fondamentali attorno alle quali girano i miei pensieri. In questi strani tempi di RIVOLUZIONE a livello politico che l'Italia  e il Mondo stanno vivendo (come anche la Chiesa, non dimentichiamolo) continuo a pensare, incessantemente, che quella che è la mia evoluzione personale sta andando veramente a braccetto con quello che mi sta succedendo intorno. Le CRISI, che siano personali o di tutti, ci coinvolgono nel profondo e ci obbligano a dover fare passi che, in altre situazioni, molto probabilmente non avremmo mai fatto. Diceva giustamente lo scrittore Beppe Severgnini solo qualche giorno fa, riferendosi alla nostra fase politica: 'E' come se fossimo una mandria di bisonti che ha corso tanto e che ora si trova davanti a un burrone, o decidi di fare il salto o verrai travolto e morirai'.
Non è facile spiegare quello che ho in mente, ma, nella sostanza, si tratta di questo. Nessuna crisi si risolve con l'immobilità, né tanto meno con l'uso di regole che il tempo e le situazioni modificate hanno scardinato. Bisogna ripensare tutto, bisogna ricreare e ridisegnare il nostro futuro con nuovi strumenti e con una mente aperta, senza ruggine, che proceda con determinazione verso quello che sarà. 
Quando mi trovo ad ascoltare certi personaggi politici mi viene rabbia, molta rabbia. Ostinarsi a non modificarsi vuol dire rimanere attaccati al palo, non muoversi, significa impedire a se stessi e agli altri di fare qualcosa per sbloccare la situazione. Quando poi sento certi altri per i quali ogni tipo di cambiamento, se non fatto secondo i loro criteri, è sbagliato, mi accorgo di quanto poco lavoro abbiano fatto gli insegnanti a scuola....nessuno riconosce gli inizi e gli esiti della rivoluzione francese? E di quella russa? Quante volte la dittatura si è nascosta sotto le false vesti di un'arrogante e populistica democrazia? Ma è possibile che nessuno faccia due+due...che fa sempre quattro e non cinque e nemmeno tre?
E qui mi fermo perché mi verrebbe da affibbiare certe parole non tanto dolci a  nomi e cognomi ben precisi.
Ritorno al mio vissuto personale che, come vi dicevo, in questo periodo è una sorta di specchio di quello che succede in politica. Regole seguite per anni e anni si stanno rivelando (anzi, si sono già rivelate) deleterie. E intorno c'è una copiosa serie di persone che tuttavia continuano ad arroccarsi su vecchi sistemi e modi di pensare che non hanno più nulla a che vedere con le necessità odierne.
La 'ruggine', per come la intendo io, è l'incapacità ad adattarsi e a reagire. Possiamo anche chiamarla ORGOGLIO, a tutti i livelli, se ci pensate.
Ma cosa me ne frega dell'inciucio politico...credo che una parola più bassa e volgare non possa essere stata creata (ma se penso a chi la creò, mi pare di Pietro, non mi stupisco). Perché rimestare in quello che è stato? Non ci si muoverà mai. Quello che c'è stato di negativo ci deve dare la coscienza di capire che non deve essere ripetuto, ma poi basta, si va avanti...e si collabora (altra parola difficile da capire di questi tempi!) 
Basta ruggine, io non la voglio, io sono stanca, anche di chi non la pensa come me. E non ho nemmeno voglia di farmi capire. Quando le cose mi sembrano fin troppo chiare, non mi va nemmeno di spiegarle. Lo so, il momento è critico e difficile, ma chi non ha capito che bisogna modificarsi in modo epocale rimarrà col sedere per terra:  dinosauro docet.....*
* Darwin insegna che i dinosauri si estinsero perché non si adattarono....

1 commento:

  1. Hai perfettamente ragione ma fare il salto per poi ritrovarti nuovamente in compagnia di chi ti ha portato sull'orlo del burrone lascia quanto meno perplessi. Il dialogo è assolutamente necessario nel momento in cui serve a cambiare tutte le negatività che ci sono nella società in cui viviamo e le negatività riguardano in modo maggiore le rendite di posizione che non si vogliono assolutamente perdere. Se poi scendiamo di qualche scalino troviamo che chi non è in grado di cambiare sono sempre gli stessi. Una volta erano solo gli operai, adesso ci sono dentro anche la classe media, quelli che faticosamente sono riusciti a crearsi uno spazio di dignitoso benessere e si ritrovano di punto in bianco alla fame; ecco quelle categoria di persone è difficile si adatti anche perché ormai sono il bancomat del governo mancano soldi? si va a saccheggiare il reddito fisso, quelli che pagano comunque per non fare mancare il necessario alla famiglia. E mi fermo qui. Per quanto riguarda le rivoluzioni forse è giusto precisare che tutte, indistintamente, sono nate dalla disperazione della gente ridotta alla fame; leggi quella francese con la regina che invita il popolo a mangiare Brioches per calmare la fame o la russa quando i marinai della famosa corazzata Potemkin ricevendo carne con vermi assaltarono il Palazzo d'inverno sede dello Zar. Qui in Italia se continua così manca poco.

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