domenica 21 aprile 2013

TEARS

Venerdì 19 aprile 2013.
Sono presso la Libreria Mondadori del Centro Commerciale Prisma a S. Maria di Sala (VE) per la presentazione del mio romanzo BUCCE D'ACINO.
Da quella brava scolaretta che sono mi sono presentata lì per tempo, verso le 17.00.
Ho consegnato i libri. Ho parlato col responsabile di quantità e percentuali sulla vendita dei libri, quindi, nell'attesa che arrivasse il relatore, sig. Stefano Trovò, ho approfittato per andarmi a fare un giretto nei negozi limitrofi.
A ore 17.30, come stabilito, mi trovo col Trovò (gioco di parole, ogni tanto quando ci sta ci sta). Si parla di come si andrà a svolgere la presentazione. Circa gli argomenti, mi sta bene quanto propone lui. Chiedo solo di poter leggere una paginetta tratta dal romanzo. Ok, 'correction approved' come si dice. A sua volta il sig. Trovò tira fuori a sorpresa la stampa di una poesia che ho scritto nel marzo scorso e che ha trovato sul mio blog. La mia presentazione è infatti prevista in concomitanza con una raccolta di poesie di un autore rivierasco, il sig. Olindo Moretti.
Ha giudicato che questa fosse la degna chiusura per 'legare' l'operato del collega Moretti a uno dei contenuti principali del mio romanzo, e cioè quella che é stata definita come 'sorellanza', cioè la solidarietà al femminile. Effettivamente nel mio libro ce n'è tanta. E' uno dei solidi pilastri sui quali si basa tutta la storia.
La poesia scelta dal sig. Trovò si intitola ESSER DONNE.
Acconsento. Mi sembra una degna conclusione.
Partiamo con le presentazioni. Ascolto con attenzione il collega poeta e attendo, silenziosamente, il mio turno.
Quando tocca a me, parto con una lettura da pag. 75 a 77 del mio romanzo. Sento di averci dato la giusta luce; il gusto per la teatralità mi è rimasto e mi piace avere l'occasione di tirarlo fuori. Saper leggere con l'intonazione adatta riesce a dare una impagabile profondità a quanto viene letto.
Si prosegue con domande e risposte (molto lunghe!) da parte mia.
Vedo le persone partecipi e questo mi crea sempre una grande soddisfazione.
Dirittura finale. Il sig. Trovò, come deciso in precedenza, mi dà il foglietto e comincio a leggere la poesia. Tutto bene fino a metà. Riesco anche ogni tanto ad alzare il capo e ad osservare cenni di approvazione sia da parte del pubblico che da parte del collega poeta. La cosa mi rincuora assai.
Io quella poesia l'ho scritta ma non più letta da un paio di mesi a questa parte.
Ad un certo punto mi si 'rompe' la voce. Mi viene da piangere.
Mi dispiace. Sono imbarazzata. Provo a continuare ma dopo poche righe devo ancora fermarmi.
Chiedo al sig. Trovò di proseguire e terminare la lettura della mia poesia.
Quando anche lui ha terminato, in qualche modo, sono obbligata a riprendermi e a 'fare finta' di nulla.
Cosa è successo?
Mah....semplicemente che stavolta il cuore si è messo a correre all'improvviso ed ha voluto passare il traguardo senza attendere nessun permesso da parte della mia razionalità...sarò anche strana ma questo mi dice che, a tutti gli effetti, il mio è un piccolo cuore d'artista; gli riesce così facile far traboccare le emozioni che non gliene importa un fico secco se il momento è 'in' o 'out'! 
 

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