sabato 15 giugno 2013

ACQUA & SAPONE

 ACQUA E SAPONE uscì nel lontano 1983. Un imbranatissimo Verdone si innamora, ricambiato, di una giovanissima modella (Natasha Hovey). Appartengono a due mondi diversissimi e, come in tutte le favole moderne, prima si cercano, poi si trovano e poi sono costretti a lasciarsi. Bellissima la scena finale nella quale lui, steso in un campo appena mietuto, se ne sta a guardare gli aerei che passano perché questo gli ricorda che la sua lei, molti giorni prima, se ne era volata in America. La colonna sonora che accompagna queste immagini è una famosissima canzone degli Stadio che dice parole estremamente veritiere. Nella perenne lotta (o gioco) dell'Amore tra Uomo e Donna, alla fin fine, chi conduce il gioco è sempre la donna. Tutta una storia fatta di secoli di recriminazioni, di veli, di imposizioni ci direbbe il contrario, ma quella è solo apparenza, la realtà è ben diversa. Io che sono tarda come una pecora in queste cose devo confessare che mi sto rendendo conto solo ora di questa verità.
Il film  mi è venuto in mente per via della solita associazione musica-immagini che spesso mi riconduce a anni e eventi che furono e che, per quanto riguarda la mia vita, riesco a focalizzare a malapena solo ora.
Non è giusto che in questa sede vada a parlare di particolari della mia vita privata, questo è una questione strettamente personale che nemmeno uno scrittore può permettersi di sciorinare in prima persona...eventualmente si usano altri metodi. Quello che mi è venuto in mente è il contrasto, forte, tra come si viveva l'adolescenza e la prima giovinezza circa trent'anni fa, quando anch'io mi pettinavo e mi vestivo come la bella Natasha. E come me c'erano molte altre ragazze carine, piacevoli, però non avevamo, salvo in alcuni rari casi, quella malizia esacerbata che si riscontra in certe giovanissime di oggi. Era tutto più semplice, più naturale, meno esasperato. Ora il sesso pare sia una fobia e le relazioni si intrattengono come se si trattasse di tenere in mano delle carte da poker. Le persone stesse sembra siano solo dei mezzi per far valere il SE'. I sentimenti, quelli buoni e sinceri, sono azzerati. L'egoismo è rampante e soffoca quasi ogni altro modo di intendere l'esistenza.
Purtroppo c'è anche da dire che molte di queste ragazzine sono più o meno figlie di chi, all'epoca, ha comunque vissuto come ho vissuto io. Cosa mai è successo? A questo ancora non so rispondere però vedo che è un dato di fatto.
All'epoca posso confermare che era davvero tutto 'acqua e sapone'. E, detto questo, confermo che la cinematografia è la 'settima arte' in quanto definisce, esattamente come tutte le altre, la fisionomia del tempo nella quale è creata.
   

1 commento:

  1. Devi tenere presente che quando 30 anni fa, tu eri una giovinetta acqua e sapone, portavi avanti senza volerlo, un'evoluzione giudicata impertinente da chi a quel tempo era vecchio o avanti negli anni tanto da giudicare irriverente anche la tua acqua e sapone. E' una cosa fisiologica e naturale quella che tu hai esposto; quello che non è naturale è l' accelerazione nei comportamenti dei giorni nostri, dovuta più che altro a una massificazione dei media dove tutto è lecito pur di fare audience quindi pubblicità, quindi denaro, fino a portare il cervello dei giovani d'oggi al parossismo e alla cancellazione di qualsiasi forma di ragionamento. Intendiamoci, non dico che i giovani non ragionano ma ormai procedono per schemi fissi, non si sognano di fare un'analisi dei fatti che succedono intorno a loro , se non a livello emozionale con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
    Lo vediamo nel modo di parlare e nella grammatica che espongono quotidianamente laddove se ne sono creata una ad hoc per ogni gruppo o banda come li vuoi chiamare. Poi quando si trovano di fronte a scelte o a decisioni di una certa importanza, casca l'asino, sono pesci fuor d'acqua, incapaci di qualsiasi decisione tranne rifugiarsi tra le pieghe della protesta più che altro verbale senza capo ne coda. Ma, tutto sommato è una nostra sconfitta, di noi "vecchi", che abbiamo pensato che dando loro benessere, permissività e fiducia, avremmo risolto tutti i loro problemi, compresi i nostri che ci avevano accompagnati nella nostra giovinezza, sicuramente più triste (almeno per me) ma più positiva. P.S. Per fortuna non sono tutti così, qualcuno si salva bisogna darne atto.

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