mercoledì 21 agosto 2013

LIVING

Fino a qualche giorno fa ero al mare. Il telefonino ormai mi/ci accompagna ovunque. Senza di quello sembra quasi di uscire dimenticandosi una sorta di quinto arto...ed ecco che anche in un momento di totale relax, al di fuori della ressa e in una spiaggia lontano dai più, capita che quello si permetta anche di scattare da solo una foto, inavvertitamente, senza nessun permesso da parte mia. Trovo la foto, la scarico sul computer, ci faccio un banale viraggio dei colori ed ecco che mi appare interessante; ha qualcosa che me la fa sentire 'viva'. La metto come immagine di copertina su FB e ricevo, inaspettatamente, dei 'mi piace', tra cui quelli di due esperte della foto e dell'immagine. E ricevo anche un commento lunghissimo da parte di una persona che dice che ama osservare le impronte, per capire chi é passato, per immaginare perché e come mai é passato.
Le ho fatto i miei complimenti: questa é una persona che vive, che non si lascia andare alla deriva. Osserva...e chi ha ancora la forza di osservare e meditare su quello che vede intorno a sè vuol dire che é aperto agli altri. C'é curiosità, c'é attenzione, c'é movimento mentale. Di questi tempi é una caratteristica che trovo rara e preziosa.
Altro discorso sempre su FB, ma di tutt'altro argomento, che tuttavia trovo interessante abbinare a quello appena fatto. Una giornalista racconta le ultime parole di una ragazza morente a causa di un incidente stradale. Non si sa se la storia sia vera. Io che scrivo so perfettamente che certe cose si possono benissimo inventare. So altrettanto perfettamente che certe situazioni possono benissimo essere più surreali nella vita vera piuttosto che nelle storie inventate. Io e altri due miei amici interveniamo sulla questione. Il discorso finisce sulla 'disattenzione'che tanti hanno sia della loro incolumità sia di quella altrui, specie quando si ha in mano un'automobile. Mi viene da fare un paragone: per molti sembra che la vita sia quasi un videogioco. Si comportano superficialmente. Sono distratti, sono disattenti, sono pressapochisti. Di solito sono anche volgari, cafoni e, pertanto, parecchio antipatici da sopportare. Per quanto mi riguarda, sono una delle categorie peggiori da affrontare.
Tempo fa, molto tempo fa, stavo buttando (pardon 'conferendo') del materiale nelle apposite campane per vetro e carta. Voi non ci crederete, ma é passato un signore e mi ha fatto i complimenti; non perché fossi particolarmente carina, ma perché stavo facendo qualcosa  'di buono' e perché lo stavo facendo 'con attenzione'.
Ho sempre pensato che quel piccolo gesto che compio ordinatamente non appena ce ne sia la necessità sia ben più efficace e meritevole della partecipazione a proteste e marce clamorose.
In silenzio e con rispetto per la mia dignità (così mi ritrovo casa pulita) e per quella altrui (che si ritrova il mondo pulito) ho fatto quello che dovevo fare. Gli altri non li conosco, ma questo poco importa. Ma gli altri, quanti altri la pensano come me? Troppo pochi, ma bastano a far vivere male tutti gli altri, questo ve lo posso assicurare....   

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