domenica 2 febbraio 2014

BLACK BOXES

Ultimamente leggo molto poco.
In realtà, a dispetto di tante persone che mi conoscono e che pensano che stia sempre sui libri, posso affermare che non è così.
Il lavoro assorbe tempo, energie e dunque anche voglia di comunicare e di agire.
Spesso la sera, prima di addormentarmi, mi rilasso di più facendo le parole crociate piuttosto che leggendo e rileggendo quei pochi libri che mi fanno compagnia ormai da anni.
Qualche libro nuovo l'ho letto, in verità, ma é difficile che rimanga affascinata dalle sue pagine. Sarà perché anche io ho scritto i miei libri, ma spesso mi pare di vedere l'autore, mi pare di sentire i suoi perché e di percepire i suoi artefizi, a volte banali e a volte studiati e stilisticamente ineccepibili, per ottenere lo scorrere delle vicende che vuole narrare.
Preferisco, semmai, leggere delle 'vite'. Mi piacciono le biografie.
Quello che in questo periodo mi rende difficile sia leggere che scrivere é tutta una serie di problematiche legate al lavoro e alla famiglia.
Finché il problema potevo essere io, ero io che mi analizzavo, che cercavo di scuotermi e di guarire anche e soprattutto attraverso la parola, mettendomi nei panni di molteplici personaggi oppure sintetizzando al massimo le sensazioni nell'artigianato di una poesia. Non dico che questa fosse la soluzione a tutti i miei problemi, ma l'azione di scrivere é sempre stata molto liberatoria.
Ora invece mi trovo spesso ad avere a che fare con problemi dei quali la soluzione non sempre credo dipenda dalle mie capacità di riflettere e agire. E allora ecco che mi trovo proprio come quando faccio le parole crociate.
Nelle stesse caselle possono stare più parole; molte parole sono infatti composte dallo stesso numero di lettere; però bisogna intuire l'indovinello e  poi bisogna farsele venire in mente, e non sempre é facile. A volte, dai e ridai, le domande troppo spesso ripetute significano risposte ovvie. Altre volte mi tocca pensare e ripensare e poi lascio lì. Poi magari succede che il giorno dopo quella che prima sembrava una domanda impossibile, aveva invece una risposta che era addirittura ovvia....e allora mi do' dell'imbecille per non esserci arrivata prima
E' così anche nella vita.
Non so perché si parli di un certo 'uovo di Colombo' per dire che si é trovata una soluzione che era sotto l'occhio di tutti da non so quanto, ma spesso é così che capita anche a me.  
Sembra quasi che il meccanismo che  ti consente di percepire quale sia l'azione giusta da farsi dipenda da una sorta di illuminazione di strana e imperscrutabile provenienza.....sarà....comunque ora come ora, finché mi vedo stretta tra tutte queste caselle nere e bianche che compongono questi giorni della mia vita mi sento un po', come dire....imbranata, incasinata, stanca e pure scocciata....Qualcuno dice che finirà! Beh, visto che a questo mondo nulla é eterno, posso ben sperare che finisca anche questo periodo! 

1 commento:

  1. Hai ragione quando dici che a volte, quello che sembra impossibile diventa semplice. Io adotto un sistema, quando vedo che la matassa si sta ingarbugliando, fermo le bocce e lascio perdere. Poi con calma tutto si risolve e si comprende che non vi è nulla di impossibile. Ma ti capisco capita anche a me anche se in forme diverse.

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