venerdì 7 febbraio 2014

RITORNO AL FUTURO




Ho conosciuto Jaja..pardon..Rosaria, quando ero al liceo.
Credo che siamo state sugli stessi banchi di scuola per due anni.
All'epoca ero un esserino molto timido, tanto che ricordo che una volta lei mi disse che le ispiravo tenerezza.
Parole che ricordo perfettamente perché nessuna amica di scuola mi aveva mai detto ciò..e forse nemmeno altri. Dopo tanti anni, questa sua affermazione, allora verissima, ora si é 'rovesciata'.
Adesso, semmai, la timiduccia é lei...io sono molto più scafata. La vita mi ha lavorato come il famoso sasso che, a forza di rotolare, diventa liscio e non sembra nemmeno più quello che era.
Ci siamo ritrovate per caso, qualche anno fa. Ero stata a Falconara per una presentazione e, sulla via del ritorno, decisi di fermarmi a cercarla. Ricordavo a malapena il vecchio indirizzo e non avevo il navigatore. Trovai il vecchi indirizzo, ma lei non c'era più. Fortunatamente i vicini mi dissero dove si era spostata.
La trovai, sola soletta, in un pomeriggio di domenica.
La sentii stanca e fragile. Le lasciai qualche libro dei miei.
Avrebbe potuto finire tutto lì, e invece, poco alla volta, abbiamo trovato tempo e modo di rivederci e la vecchia amicizia, che in realtà si era solo addormentata, si é risvegliata alla grande (nella foto ci vedete insieme l'anno scorso, quando é venuta a trovarmi a Reggio Emilia).
Martedì prossimo, 11 febbraio, sarò nel liceo dove lei insegna e fa il lavoro che avrei dovuto fare io.
C'é uno stage di scrittura per gli studenti promosso da una sua collega e sono invitata a parlare di scrittura...finalmente un po' d'aria fresca in mezzo a fatture, bonifici & c.
Vi lascio gli appunti che userò per parlare ai ragazzi....

 NOTE PER STAGE DI SCRITTURA PRESSO LICEO A. EINSTEIN DI RICCIONE – 11.02.14
La scrittura è un mezzo, uno strumento.
Permette di comunicare e di esprimersi.
E’ una forma di libertà e non è invasiva nei confronti degli altri.
Una frase, un libro, possono essere letti oppure no.
Tutti possono essere lettori, sebbene a vario livello, ma non tutti possono essere scrittori.
Per essere scrittori bisogna avere la capacità di usare la scrittura come strumento. Bisogna saperla maneggiare, darle una finalità e una bellezza tale che il lettore possa rimanerne affascinato, interessato. Alla fine di una buona lettura, il lettore deve essere compiaciuto del tempo impiegato a leggere; qualcosa, nel bene e nel male, gli deve rimanere. Può essere uno spunto, un’opinione, un punto di vista che andranno ad arricchire il serbatoio delle proprie esperienze. Talvolta una buona lettura è anche un sano modo per evadere dalla vita che non sempre ci può piacere….al pari di una droga, se volete, ma positiva, perché non ci annienta, ma fa fermentare la nostra intelligenza e la capacità di reazione, ci aiuta, in poche parole, ad adattarci al mondo e alle varie circostanze che possono, in varie occasioni, impedirci di essere noi stessi. 
Si scrive per necessità.
Se si scrive per desiderio di lucro o per raggiungere il successo, qualsiasi opera che potremo produrre avrà un valore enormemente inferiore a  quello ‘urgente’ prodotto da una necessità interiore, qualsiasi essa sia.
L’età di Vittoria è stata scritta perché sentivo fortemente la necessità di parlare dell’anoressia, una situazione che ho veramente vissuto, sulla mia pelle in anni nei quali questa malattia nemmeno si conosceva, tanto che ho saputo come si chiamava solo molti e molti anni dopo averla avuta…e superata….e, da qui il titolo, Vittoria, non è certo un nome dato a caso! Il titolo ha un’importanza fondamentale, è l’AVATAR, l’essenza del libro.
Da cosa nasce l’ispirazione per cominciare a scrivere? Da un’idea fissa, che martella letteralmente la mente.
(Es. posso parlare dell’ispirazione che mi ha portato a scrivere Bucce d’Acino)
Oppure, anche da una situazione che vorrei vivere o ri-vivere.
Bisogna essere curiosi e coraggiosi. Non bisogna avere paura che gli altri ‘sappiano di noi’, altrimenti, se è questo il fattore vincente, non riusciremo mai a cominciare nessun cammino con la scrittura.
Tra l’altro i mezzi per sottrarci alla curiosità dei lettori sono molteplici. Io stessa, nel mio primo racconto (I BUCHI DELL’ANIMA), per il quale ho ricevuto numerosi encomi dagli uomini e qualche rimprovero da alcune donne, mi sono trasformata in un uomo. E’ stato un meccanismo di autodifesa automatico e, tutto sommato, abbastanza semplice.
…… In pratica, per chi volesse iniziare a scrivere, basta ‘ascoltare’ il proprio sé e cominciare a farlo uscire…. poi saranno gli altri a dirti se hai fatto bene oppure no….se poi i commenti combaciano, allora siamo ‘certificati’ come scrittori … viceversa, avremo comunque fatto una buona analisi su noi stessi e, alla fine, ci sentiremo un po’ più sollevati, e anche questo serve!


Ah...dimenticavo...questa lettera, scritta rigorosamente in inglese, me la mandò Rosaria il 28.05.1979!!!!
Prego notare il suo solito 'vermino' col quale mi salutava:-))
.....GRAZIE JAJA!!!!!
                                                                                                      

1 commento:

  1. Gli appunti sono perfetti e non hai certo bisogno che qualcuno ti dica cosa dire. Ti faccio i miei migliori auguri per la perfetta riuscita di questa tua bella esperienza. Ciao.

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